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CHRISTIAN ROGER, PRESIDENTE DI “VINO & FINANZA”: “LA VERA VENDITA EN PRIMEUR PUO’ RAPPRESENTARE UN UTILE VOLANO PER LO SVILUPPO DELLE CANTINE ITALIANE ...”

Qualcuno crede che ormai il modello francese dell’en primeur sia in un certo qual modo arrivato al capolinea, ma il fatto che in Italia non sia mai decollato non vuol dire che questo tipo di vendita non abbia ancora una forte validità che anche il Belpaese dovrebbe tenere in considerazione. Ne è convinto Christian Roger, presidente di “Vino & Finanza”.

Un modello, quello dell’en primeur, che può rappresentare un utile volano per lo sviluppo delle aziende, anche quelle italiane. “Si tratta di una forma di pre-finanziamento - ha spiegato Christian Roger - che consente ai produttori di vendere vini importanti meno di un anno dopo la vendemmia e tre prima che siano messi in commercio. Finora in Italia i tentativi di imitare la vendita en primeur sono falliti, risolvendosi in molto fumo e poco arrosto”.
“Il modello en primeur funziona ma - ha aggiunto Roger - occorre rispettare quattro requisiti essenziali: l’organizzazione di degustazioni da parte di strutture pubbliche e consorzi, la promozione di grandi vini, la fluttuazione del prezzo, che va abbassato quando le annate sono inferiori ad altre, l’intermediazione di quelli che in francese sono i negotians, in grado di assicurare l’acquisto di tutta produzione”. Ma l’en primeur in Italia ha un altro limite evidente: l’eccessiva frammentazione in tante piccole imprese del mercato italiano che penalizza anche lo sviluppo commerciale delle aziende “made in Italy”.

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