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BOOM DEL VINO ITALIANO NELLA GIAPPONESE ISETAN (+106%), CATENA SPECIALIZZATA NELLA VENDITA DI ALIMENTARI DI NICCHIA. E’ IL BUON VIATICO CHE ACCOMPAGNA 280 AZIENDE A TOKYO E SHANGAI NEL “VINITALY WORLD TOUR”. I TREND DEL VINO NEL PAESE DEL SOL LEVANTE

Italia
Giovanni Mantovani, direttore di VeronaFiere, e Kiyoshi Amemiya, general manager della Isetan

Boom del vino italiano nella giapponese Isetan (+106%), catena specializzata nella vendita di alimentari di nicchia: è questo il positivo viatico che accompagnerà, dal 27 novembre al 1 dicembre, oltre 280 aziende a Tokyo ed a Shangai per la tappa asiatica del “Vinitaly World Tour”, organizzata in collaborazione con Buonitalia, la società pubblica per la promozione del “made in Italy”.

Focus - Come va il vino italiano in Giappone
Che il momento sia di sicuro appeal per i prodotti del “made in Italy” lo conferma l’iniziativa promossa da Vinitaly, dal 3 al 10 ottobre, a Tokyo, in collaborazione con Isetan (importante catena di magazzini specializzata in fashion e prodotti alimentari di nicchia), dedicata ai prodotti italiani e in particolare ai vini: in una settimana le vendite di vino italiano sono cresciute del 106% sul 2006.
“L’utilizzo del brand Vinitaly per la commercializzazione dei vini italiani - spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - è un nuovo contributo che la Fiera di Verona aggiunge al suo ruolo di sistema integrato a favore delle imprese export-oriented italiane, al fine di sviluppare in Asia un canale di vendita ancora poco sfruttato dai distributori di vini italiani”. E, dato il successo nel 2007, l’accordo con Isetan sarà rinnovato e ampliato per una promozione ancora maggiore dell’eccellenza del “wine & food” made in Italy.
Nel 2006 le importazioni di prodotti agroalimentari dall’Italia sono aumentate del 7,6%, in controtendenza sull’import totale giapponese del settore (3%). Questo fenomeno può essere ricondotto - secondo quanto affermato dall’Ice nel suo Rapporto sul Giappone - alla tipologia di importazione dall’Italia, costituita principalmente da prodotti trasformati e non da alimenti di base.
L’enogastronomia gode inoltre della pubblicità diffusa dai ristoranti italiani o che fanno cucina italiana, che in Giappone sono 3.000; qui le carte dei vini sono particolarmente curate.
Il vino italiano deve, però, ancora conquistare i giapponesi nei loro consumi casalinghi (il consumo medio pro capite è di soli 2,6 litri) e ancora poco sfruttata è la distribuzione al dettaglio, che potrebbe invece garantire crescite significative e continue dei fatturati; da considerare, infatti, che dopo la liberalizzazione delle licenze, le vendite di vino avvengono per il 30% nella distribuzione organizzata, per il 27% nelle bottiglierie, per il 12% nei discount di alcolici e per l’11% nei convenience store.
Nell’export enologico, l’Italia ha inviato in Giappone nel 2006 quasi 29.000 ettolitri di vino, per un valore di oltre 99,5 milioni di euro, posizionandosi dietro alla Francia e prima degli Stati Uniti. Nel 2007 la performance è in netto miglioramento, con una crescita che nei primi 8 mesi del 2007 ha raggiunto il 6,8% in valore (66,6 milioni di euro contro 62,3 del periodo gennaio-agosto 2006). Molto apprezzato lo spumante italiano, il cui export nel 2006 ha superato i 17 milioni di euro.

In particolare - Le migliori griffes
Le cantine che hanno detto sì a questa spedizione di alta qualità sono le griffe delle bollicine “made in Italy” (Bellavista e Cà del Bosco), oltre a firme prestigiose della Sicilia (Donnafugata e Planeta), della Toscana (Fattoria dei Barbi, Castello del Romitorio, Montevertine, Castello di Romitorio, Belpoggio, Casigliano, Ciacci Piccolomini, Tenuta Col d’Orcia, Costanti, Fattoria di Felsina, La Poderina, Montevertine, Petra), del Friuli-Venezia Giulia (Jermann), delle Marche (Umani Ronchi), del Piemonte (Michele Chiarlo) e del Veneto (Masi), della Campania (Mastroberardino); importante anche la partecipazione del Consorzio del Brunello di Montalcino e della Regione Sicilia.

L’iniziativa - Buonitalia traduce il manuale dei Sommelier in lingua giapponese
“Il Giappone ha da sempre dimostrato un grande interesse per lo stile di vita italiano, confermato anche dal grande successo riscosso dalla Primavera Italiana in Giappone che ha visto protagonisti nel Sol Levante la cultura, l’arte, la tradizione e la creatività delle produzioni made in Italy per diversi mesi”. Così il presidente di Buonitalia Spa, Emilio De Piazza, ha salutato oggi a Tokyo il “Vinitaly Tour Japan”.
“In questo contesto di interesse, curiosità e passione nei confronti di ciò che è italiano - ha continuato De Piazza - si inserisce il crescente aumento di consumo da parte della popolazione giapponese dei prodotti agroalimentari della nostra terra, primo fra tutti il vino. L’Italia, oggi, è infatti fra i maggiori esportatori di vino in Giappone classificandosi al secondo posto nella scala delle preferenze dopo la Francia e godendo di un “market share” elevato se paragonato ad altri Paesi quali Stati-Uniti, Germania, Cile, Spagna e Australia”. Il presidente di Buonitalia e la responsabile dei Sommelier del Giappone, Ayako Ishigaki, hanno anche presentato a stampa e operatori il manuale per sommelier, in lingua giapponese, realizzato da Buonitalia e Associazione Italiana Sommelier: “la pubblicazione - ha spiegato De Piazza - vuole essere un manuale di formazione italiana in lingua giapponese per dare la possibilità, soprattutto ai sommelier giapponesi oggi quasi tutti di scuola francese, di conoscere le peculiarità delle nostre produzioni vinicole”. “Ovviamente i sommelier hanno un ruolo molto importante nella scelta degli acquisti dei vini da parte dei ristoranti - ha spiegato ancora il presidente di Buonitalia - e, dunque, i testi che abbiamo realizzato sono una vera e propria novità letteraria per il Giappone, abituato a impiegare libri di derivazione francese, pur in presenza di un movimento culturale e professionale molto attento al cibo e al vino italiano”.
“Questa iniziativa - ha concluso De Piazza - penso che si possa davvero rivelare un ottimo canale per formare in Giappone sommelier di scuola italiana e per aggiornare già quelli operativi”.

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