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IL LUSSO SI ALLEA CON INTERNET … MA IL VINO RESTA INDIETRO. CONTENUTI POVERI E SCARSO UTILIZZO DI E-COMMERCE PER WEB-SITE DELLE AZIENDE. IL RISCHIO DI PERDERE UN’OPPORTUNITA’ DI FACILE COMUNICAZIONE GLOBALE. WINENEWS: IN ARRIVO “CANTINE IN WEB” 2007

Italia
Il futuro della comunicazione del vino è sempre più mobile

Il mondo del lusso scopre sempre di più le potenzialità di internet per avvicinare i consumatori. Un fatto all’apparenza ovvio, ma che diventa rilevante se si considera la diffidenza con cui inizialmente il primo guardava al secondo, e che diventa ancora più significativo se letto alla luce degli ultimi dati dello statunitense Luxury Istitute: negli Usa, il 99% delle persone, con un reddito superiore a 150.000 dollari all’anno, ha una connessione veloce a casa.
Internet diventa quindi il mezzo più diretto e veloce per raggiungere questi consumatori, e anche per vendere i propri prodotti, e non solo negli Stati Uniti. D’altra parte, è ormai opinione condivisa che la rete sia il primo luogo di ricerca di informazione e servizi in genere, dalle notizie più serie alla semplice prenotazione di un albergo o di un ristorante, e soprattutto accessibile ormai in qualunque situazione, non solo da casa, ma anche mentre si è in viaggio, per lavoro o vacanza, da treni, strutture turistiche o internet point, ormai diffusi anche nei più piccoli paesi. In Italia ormai ci sono 22 milioni di internauti abituali, secondo l’ultimo rilevamento di Nielsen/Net Ratings, cioè quasi una persona ogni tre.
Il mondo del vino italiano, però, che da sempre si contende la palma di ambasciatore dell’“Italian Style” con quello della moda e del lusso in genere, sembra restare “impermeabile” alle sollecitazioni che vengono dal web, a partire proprio dal commercio on line, praticato da un ristrettissimo numero di aziende. “I produttori, a parte qualche chiara eccezione (a questo proposito la redazione di WineNews sta già lavorando all’edizione n. 6 di “Cantine in Web”, la classifica dei migliori siti internet delle aziende italiane) - afferma Alessandro Regoli, direttore di www.winenews.it, uno dei portali di comunicazione d’Italia più importanti del mondo del vino più autorevoli - spesso non si discostano dalla ormai superata formula del sito-vetrina, non cogliendo così le opportunità comunicative e commerciali offerte dalla rete, che permette a costi bassissimi di avere un finestra sempre aperta sul “villaggio globale”.
Anche nella maggior parte anche delle griffe del vino d’Italia, invece, i contenuti dei web-site sono poco aggiornati e ancorati ad un vecchio modo unidirezionale di concepire Internet, in un periodo in cui il vero “must” è l’interattività con gli utenti. Cosa che invece alcune grandi griffe della moda sembrano aver capito: Prada, per esempio, per la realizzazione della versione internazionale del proprio sito, www.prada.com, si è rivolta all’Office of Metropolitan Architecture (che ha realizzato i flagship storse di SoHo, altra firma della moda internazionale, a New York, Los Angeles e San Francisco), e propone tra i tanti contenuti, anche brevi filmati che illustrano le fasi di creazione dei propri prodotti. O ancora Chanel, che sul proprio web-site propone interviste esclusive al creative director Karl Lagarfeld. Contenuti che possono sembrare superflui, ma che invece aiutano a fidelizzare il pubblico al brand.
Un buon sito internet aziendale, infatti, deve non solo promuovere i prodotti, ma stimolare l’interesse del visitatore, rimanendo al passo coi tempi, interagendo con lui, educandolo e fornendogli una comunicazione differenziata anche su “beni complementari” che, nel caso del vino di alto prestigio, possono andare dalle informazioni sul territorio alle previsioni del tempo, da consigli sugli abbinamenti con il cibo a giochi a tema, tanto per fare solo degli esempi.
Ad averlo capito bene sono state le grandi firme del vino francese, soprattutto dello Champagne, che probabilmente hanno tratto giovamento dal fatto di essere spesso sotto l’egida di grandi marchi del lusso a 360°, come ad esempio Veuve Cliquot, grande firma delle bollicine più amate del mondo, che fa parte del gruppo Lvmh: un sito accattivante (www.veuve-clicquot.com) che offre una quantità di contenuti “inebriante”: si va dai consigli su quante bottiglie di champagne acquistare a seconda di quanti ospiti si hanno a cena, all’orologio virtuale griffato da scaricare sul computer, fino a una chicca assoluta: l’enologo che, in versione video, con audio in diverse lingue, consiglia come conservare, servire e abbinare lo champagne. Un altro ottimo esempio, arriva dalle pagine web di un’altra etichetta del gruppo Lvmh, Moet Chandon (www.moet.com), che riempie lo schermo di continue ed evocatrici bollicine, e offre servizi gratuiti “alla moda”, come la possibilità di scaricare suonerie per il cellulare personalizzate gratuitamente, o ancora screen saver ed altro. Altro caso degno di nota che arriva da Oltralpe è quello di Dom Perignon (www.domperignon.com), che offre tanti contenuti video e audio, come le interviste esclusive al guru della moda Karl Lagarfeld, o alla sensuale testimonial Helena Christensen.
Ma tornando all’Italia, a far riflettere di più, nel mondo dell’enologia di alto lignaggio, è proprio lo scarso interesse per la vendita diretta via Internet: secondo dati di uno studio realizzato da eMarketer sul settore b2c (businnes to consumer), le compravendite on line in Europa hanno registrato una crescita annuale del 25% e, nei prossimi 4 anni, il volume dovrebbe addirittura a triplicare. Quest’anno, secondo lo studio, il giro d’affari europeo sarà di 196 miliardi di dollari, pari a 143 miliardi di euro, in crescita del 37,2% sul dato del 2006, quando la spesa su internet è stata di 133 miliardi di dollari, 97 miliardi di euro e, nei prossimi 4 anni, dovrebbe arrivare a 407 miliardi di dollari, corrispondenti a 298 miliardi di euro.
Ma, per adesso, l’Italia enoica, forse appagata dai grandi successi attuali, ma con poca lungimiranza, continua a considerare la Rete come un accessorio, non sfruttando così l’opportunità di essere visibile sui computer, sui portatili e sui palmari di chi viaggia, naviga per lavoro o per passione e ha voglia di essere informato in maniera costante e in ogni angolo del pianeta sulle proprie passioni, vino incluso.
Federico Pizzinelli

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