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“IL GIRO DI TRUFFE NELLA VENDITA DI VINO IGT IN CISTERNA E’ DESTINATO A FINIRE: MESSO A PUNTO UN NUOVO SISTEMA DI CONTROLLO INCROCIATO PER ATTESTARE LA VERIDICITA’ DELL’ORIGINE”. LO AFFERMA BANEAR-QCM

Stanchi delle truffe enologiche e dei falsi che non fanno altro che danneggiare l’immagine del mondo enologico italiano nel mercato estero? Da oggi esiste la possibilità di certificare e garantire con assoluta certezza l’origine geografica del vino Igt venduto in cisterna grazie ad un sistema di controllo incrociato che, confrontando i dati di vigneti e vinificazione, attesta la veridicità dell’origine. L’idea di creare una certificazione volontaria di vino Igt è di Banear, cooperativa friulana di Treppo Grande (www.banear.it), sposata pienamente da Qcm, azienda certificatrice piemontese (www.qcmsrl.it).
“Il sistema di autocontrollo volontario - spiega Alessandro Gallici, presidente di Banear - viene affidato ad una ditta terza specializzata in certificazioni alimentari, in questo caso la Qcm, che ha il compito di effettuare una verifica sull’azienda produttrice, dai documenti camerali ufficiali che comprovano la produzione ai documenti di vendita del vino prodotto e quelli di conferimento di uve da soci, dal controllo incrociato di documenti di vendita presenti in azienda e quelle arrivate al compratore. La certificazione è estremamente semplice da applicare per chi produce, essendo egli già in possesso di tutti i documenti necessari ad attestare l’origine”.
Difficile, invece, verificare la provenienza del prodotto per chi acquista: è infatti improbabile risalire all’origine ripercorrendo a ritroso le complicate vie che oggi un vino deve percorrere prima di essere versato in una bottiglia. “Purtroppo - continua Gallici - come avviene per altri prodotti alimentari sta maturando il malcostume di comprare e rivendere il vino anche decine di volte prima che raggiunga la destinazione finale”. Ma tutti questi passaggi spesso diventano il pretesto per “mischiare le carte”. “L’ottimo lavoro svolto di recente dagli organi di controllo - chiarisce Gallici - ha smascherato vere e proprie associazioni a delinquere che agivano in questo senso infettando il mercato di prodotto falso con gravissime ripercussioni di immagine per le aziende, soprattutto all’estero”.

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