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PRIMA I SOLFITI, ADESSO IL LATTE E LE UOVA, DOMANI CHISSÁ … DALL’UNIONE EUROPEA UN VERO E PROPRIO STILLICIDIO DI INDICAZIONI OBBLIGATORIE SULLE BOTTIGLIE DEL VINO. SONO FORSE LE “PROVE GENERALI” PER UNA LEGISLAZIONE UGUALE A QUELLA DEGLI ALIMENTI?

Italia
Ancora obbligo di indicazioni nelle etichette del vino

I primi sono stati i solfiti nel 2004; adesso tocca al latte e alle uova, la cui presenza dovrà essere obbligatoriamente indicata sulle bottiglie di vino e superalcolici. Lo ufficializzerà, in questi giorni, la Commissione Europea, stando a quanto risulta a WineNews, uno dei siti di riferimento del mondo del vino italiano.

E domani quali altre novità potrebbero arrivare da Bruxelles? Fermo restando che la trasparenza totale in etichetta è assolutamente auspicabile, è altrettanto giusto invocare un freno a questo stillicidio di indicazioni obbligatorie, che costringe i produttori a predisporre continuamente nuove etichette. Tutto questo fa pensare alle “prove generali” di una legislazione molto più vincolante, che in futuro potrebbe portare il vino alla stregua di tutti gli altri prodotti alimentari, che devono obbligatoriamente riportare in etichetta ogni loro componente. Un’ipotesi che sicuramente troverà molte aziende contrarie, ma che secondo alcuni potrebbe essere un modo per tornare ad un vino più “naturale”.

La pensa così il professor Attilio Scienza, ordinario di Viticoltura all’Università di Milano e tra i massimi esperti italiani del settore, intervistato su www.winenews.tv: “Può servire a un ritorno alla purezza, perché il vino si può fare senza tanti additivi. Oggi la tecnica enologica progredisce proponendo sostanze a varie azioni, antiossidanti, stabilizzanti, etc, ma se la materia prima è buona e si rispettano i giusti tempi di maturazione e fermentazione, ne servono molto meno di quelle che adesso vengono aggiunte. Ecco perché penso che in futuro il mercato si dividerà in due: da una parte i vini con nessuno o pochissimo impiego di queste sostanze, dall’altra quelli meno cari e a maggior diffusione, ma con più sostanze aggiunte”.

Meno ottimista il professor Leonardo Valenti dell’Università di Milano, secondo cui questa legislazione “nasce da una mancanza di conoscenza del settore. Il vino esiste da migliaia di anni, è prodotto in maniera naturale ed è sottoposto a numerosi controlli; la nostra legislazione peraltro è tra le più complete e vincolanti per i produttori. L’obbligo di indicare in etichetta tutti i componenti non fa altro che mettere in difficoltà il mondo del vino”.

Le nuove avvertenze in arrivo, che saranno probabilmente posizionate in un angolo poco visibile della confezione e in caratteri minuscoli, sono destinate agli allergici, e riguarderanno i vini sottoposti a chiarificazione mediante albumina e lisozima (proteine delle uova) oppure caseina (proteina del latte). Gli esperti ritenevano che tali sostanze perdessero la capacità di provocare allergie nel corso del processo produttivo del vino, ma in seguito a ulteriori accertamenti dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) si è deciso di seguire il principio della prudenza, segnalandoli in etichetta.

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