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“LENTICCHIE DI ONANO, TIELLA DI GAETA ... IL MEGLIO DEL MADE IN LAZIO RADDOPPIA IL FATTURATO NEI SUPERMERCATI LOCALI”, DICE LA REGIONE. E IL VINO? NONOSTANTE L’ECCELLENTE QUALITA’ ORMAI RAGGIUNTA, NEI RISTORANTI DI ROMA SI BEVE ANCORA POCO AUTOCTONO

Salsicce, lenticchie di onano, olio, salse, patè d’olive, tiella di Gaeta, formaggi, carne e ortofrutta: nel Lazio sembra che “la filiera corta” cominci a funzionare davvero: il meglio del “made in Lazio” raddoppia il fatturato, infatti, nei supermercati regionali rivelando un climax crescente dell’apprezzamento dei consumatori; stando ai dati raccolti dall’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione), un consumatore tre preferisce i prodotti ortofrutticoli locali.

“Stiamo puntando sulla valorizzazione dei nostri produttori - spiega l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Daniela Valentini - e questo è un risultato importante, ma non pensiamo di fermarci qui; non solo, ma i dati confermano che cresce sia la richiesta dei consumatori, espressione di una nuova cultura nei confronti dell’enogastronomia regionale, sia l’offerta dei produttori che, seppur piccoli, hanno capito che la commercializzazione è la strada da percorrere”.

Se le eccellenze agroalimentari sembrano, quindi, procedere a gonfie vele, non si può dire lo stesso del settore vino: sono tante, ormai, le “grandi” aziende della regione che accoglie la capitale, da Casal del Giglio a Poggio le Volpi, da Castel de Paolis a Colle Picchioni, il Lazio enoico ha conquistato un eccellente livello qualitativo … .

Ma ancora, però, i ristoranti e le enoteche del territorio non sembra se ne siano accorti: nelle carte dei vini o sugli scaffali, la rappresentanza enologica locale è pressoché inesistente o comunque troppo penalizzata rispetto ad etichette toscane, siciliane e piemontese.

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