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RUSSIA: I LEADER ITALIANI CONCORDI: “E’ LA NUOVA FRONTIERA”. BOOM DELL’EXPORT: PAESE CHE AMA VINO PIU’ DI INDIA E CINA

Affari che raddoppiano o quadruplicano in pochi anni in un mercato sempre più esigente, curioso, danaroso, e culturalmente già pronto ad amare il vino: indicano tutti la Russia come la nuova e più interessante frontiera dell’export i sei produttori italiani tra i leader del settore che oggi a Mosca hanno realizzato un road-show delle loro bottiglie migliori, nella residenza dell'ambasciata italiana a Mosca.

Accompagnata dalla distribuzione di un catalogo in russo dei vini italiani, in degustazione c’erano: Gaja, Jermann, Pieropan, Maculan, Isole e Olena e San Leonardo, tutte marche che, dal 2001, in poi si sono affidate alla Dp-Trade di Dmitri Pinski, principale importatore russo di vini italiani di qualità, anch’egli presente all’evento.

“Nomi che non hanno bisogni di presentazione, come le terre da cui provengono e a cui sono associati: le Langhe, i colli vicentini e veronesi, il Chianti, il Collio, il Trentino. Sono vini che si sono imposti definitivamente nei mercati internazionali, Russia compresa”, ha sottolineato l’ambasciatore italiano a Mosca Vittorio Surdo.

“In solo quattro anni - spiega Angelo Jermann - abbiamo quadruplicato la nostra esportazione in Russia, dove vendiamo 60.000 bottiglie, poco meno del 10% della nostra produzione. Per noi la Russia è diventato il mercato più importante dopo Usa e Germania: è un mercato spaventoso, che continua a crescere a ritmi straordinari, mantenendo le promesse di sviluppo grazie anche ad un approccio positivo, convinto, a differenza di quello ancora incerto di altri Paesi emergenti come India e Cina”.

“Sì, quello russo è un mercato incredibile, quello culturalmente più pronto, per i legami storici e culturali con l’Europa, per una tradizione di vini legati alla Georgia e alla Moldavia”, gli fa eco Gaia Gaia. “Per noi è diventato il quinto mercato estero, dopo Usa, Germania, Svizzera e Gran Bretagna, e rappresenta l’8% dell’export”, aggiunge. “Ormai tutti puntano sui mercati emergenti, ma tra Cina, India e Russia é quest’ultimo il Paese su cui scommettere di più”, assicura, ricordando che in fondo bevevano vini raffinati anche gli zar, dopo Pietro il Grande.

"E' un mercato attento alla marca, ma curioso, senza pregiudizi, e che crede nell'equazione prezzo uguale qualità", osserva Luca De Marchi (Isole e Olena): "anche per noi la Russia, con una quota dell'8%, sta diventando il quinto mercato per l'export, insidiando da vicino la Germania”.

Un mercato che interessa anche a chi per ora esporta poco (circa 7.000 bottiglie), come Pieropan: “la crescita è costante e noi, come tutti, siamo interessati ad aumentare le nostre quote”, chiude Andrea Pieropan.

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