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BRUNELLO DI MONTALCINO - IL CONSORZIO DI MONTALCINO. “INCHIESTA A TUTELA DEL TERRITORIO”

L’inchiesta aperta dalla magistratura sul Brunello di Montalcino “è un lavoro a tutela del consumatore e il risultato finale sarà di certificazione a favore del territorio”. Ad affermarlo è stato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Francesco Marone Cinzano.

“Bisogna ricordare che il vigneto di Montalcino è già il più certificato d’Italia” ha continuato il presidente invitando a “dare corretta informazione sulla vicenda e stare attenti a tutelare l’immagine del made in Italy che, proprio grazie ai controlli esistenti sul territorio, seguita a garantire eccellenza nel mondo”.

L’inchiesta, avviata nei giorni scorsi dalla Magistratura, mira a verificare il rispetto da parte dei viticoltori del disciplinare del vino Brunello di Montalcino Docg. Si tratta “di accertamenti tuttora in corso”, come hanno precisato nei giorni scorsi il procuratore della Repubblica di Siena Nino Calabrese e il pm Mario Formisano i quali, in ogni caso, hanno escluso “che nella produzione di Brunello siano state impiegate uve provenienti dalla Puglia”.

Sul fronte dei controlli va detto che nel 2007 il Consorzio del brunello di Montalcino ha completato l’ispezione su oltre 1.667 ettari di vigneto iscritto per accertarne la purezza. Nel corso di tali ispezioni, avviate nel 2004, sono state rilevate alcune “non conformità” che hanno interessato solamente 17 ettari, pari a una percentuale dell’1% dei vigneti controllati. Per il Consorzio, dunque, “a fine 2007 più del 99% dei vigneti iscritti all'albo del Brunello di Montalcino sono assolutamente rispondenti al Disciplinare di produzione”.

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