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L’8 MAGGIO, GIORNO DELLA FESTA DELLA MADONNA PATRONA DI MONTALCINO, LA PROCURA DI SIENA DOVREBBE NOMINARE IL “SUPER ESPERTO” CHE, CON SOFISTICATISSIME ANALISI, DOVRA’ INDIVIDUARE COSA C’E’ “DENTRO UNA BOTTIGLIA” DI BRUNELLO DI MONTALCINO

Italia
Una delle stupende statue lignee del Museo Diocesano d’Arte di Montalcino

L’8 maggio in tutte le chiese di Montalcino i devoti rivolgeranno le proprie preghiere alla patrona del paese, la Madonna del Soccorso, di cui si celebra ufficialmente la festa: è proprio in quel giorno che, per uno strano gioco di coincidenze, si incontreranno alla Procura della Repubblica di Siena, i “pesi massimi” della vitivinicoltura italiana, un gruppo di super-esperti che avranno il compito, attraverso sofisticatissime analisi di laboratorio, di individuare l’origine dei vini oggetto dell’inchiesta che da alcuni mesi sta scuotendo la denominazione Brunello di Montalcino; proprio l’8 maggio la Procura di Siena dovrebbe stabilire se ad effettuare le analisi sarà uno staff di periti oppure un Ctu, ovvero un Consulente Tecnico Unico (e le cantine sotto inchiesta sono pronte a schierare i propri).
La perizia tecnica è stata voluta dal Procuratore capo Nino Calabrese e dal sostituto Mario Formisano, per stabilire se il Brunello delle aziende finite nel mirino della Magistratura è in linea con il disciplinare oppure no.
Le tecniche messe oggi a disposizione dalla scienza consentono, infatti, talvolta con possibili margini di errore, di individuare quali uve sono state utilizzate per produrre una certa bottiglia.
A Siena, domani, dovrebbero essere della partita nomi altisonanti di esperti di livello nazionale: da Attilio Scienza, docente di viticoltura all’Università di Milano, a Dora Marchi, direttore di Enosis Meraviglia, uno dei centri di ricerca enologica più avanzati d’Italia; dal fondatore di Enosis Meraviglia ed enologo Donato Lanati a Francesco Pavanello, direttore dei laboratori dell’Unione Italiana Vini, la più importante organizzazione delle imprese vinicole italiane, da Massimo Vincenzini, docente di Microbiologia Agraria dell’Università di Firenze, all’Istituto di San Michele all’Adige.

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