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CONEGLIANO &VALDOBBIADENE VERSO L’UNESCO … LA REGIONE VENETO STA INDIVIDUANDO I REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO: “IL VALORE DEL PAESAGGIO E IL SUO STRETTO LEGAME CON IL VINO È PATRIMONIO CHE DOBBIAMO PROTEGGERE” … IL PRIMO DISCORSO DEL MINISTRO ZAIA

Conegliano & Valdobbiadene potrebbe un domani diventare patrimonio Unesco … l’auspicio a “Vino in Villa”, l’evento leader in terra di Prosecco, che quest’anno ha sviluppato lo stretto legame fra viticoltura e paesaggio e su come fare per rendere l’ambiente un valore aggiunto del vino.
La Regione Veneto sta individuando i requisiti per chiedere poi il riconoscimento Unesco. E Conegliano Valdobbiadene hanno tutte le carte in regola per divenire il primo esempio. Qui un uso sapiente del territorio non ne ha stravolto l’identità, che è ancora molto vicina a quel paesaggio ameno ritratto molti secoli fa dal Cima di Conegliano. La volontà di rendere Conegliano e Valdobbiadene un modello regionale e nazionale è stata confermata dal Governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan.
Nel convegno Stephanie Oules, ricercatrice dell’Associazione Produttori della Valle della Loira, ha illustrato “l’esperienza di questo territorio, dove la forte antropizzazione non ha ostacolato la conservazione dell’ambiente ma, al contrario, l’ha reso unico con il patrimonio di Castelli, opera dell’uomo, dimostrando anche che il paesaggio non deve essere visto come qualcosa di statico ma di dinamico, in continua evoluzione grazie al contributo di tutti i suoi attori”; Jorge Monteiro, presidente tecnico del Consorzio del vino Douro e Porto, ha invece evidenziato “le problematiche della conservazione di un paesaggio virtuoso come quello del Porto, riconosciuto patrimonio Unesco diversi anni fa, ma anche quanto la bellezza del paesaggio sia un valore aggiunto per il prodotto”.
Un ulteriore stimolo per i produttori di Prosecco è arrivato dai risultati della ricerca di Diego Tomasi dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano, che ha studiato l’influenza di un paesaggio ben conservato nella percezione del prodotto, attraverso la sperimentazione condotta tra i consumatori per capire quanto nelle scelte dei consumatori incida il prezzo, il paesaggio e la qualità organolettica. La prova ha visto le degustazioni associate ad il paesaggio e ne è emerso che soprattutto i giovani fra i 20 e i 40 anni sono influenzati dalla bellezza dell’ambiente di produzione.
“Il valore del paesaggio e il suo stretto legame con il vino - ha affermato Angelo Costacurta, direttore dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano - è un patrimonio che dobbiamo proteggere e valorizzare. E’ proprio questo che distingue la viticoltura del Vecchio Mondo da quella del Nuovo Mondo, dove tecnologia e orientamento al profitto sono i principali elementi; per l’Europa, al contrario, il legame vino e paesaggio è un valore da millenni, quando già i greci classificavano i vini per provenienza e non per vitigno”.
“Il successo del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene è un valore comune, quello della Doc, che deve essere protetta da tutti i produttori. Oltre a tutelare - ha affermato il presidente del Consorzio, Franco Adami a nome dei 100 viticoltori di Conegliano e Valdobbiadene - il nostro vino, dobbiamo valorizzare il nostro paesaggio. Le esperienze raccontate oggi sono di stimolo a tutti i produttori a impegnarsi in prima persona in questo importante compito”.
A “Vino in Villa” 2008, l’evento leader in terra di Prosecco (info: Consorzio del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, www.prosecco.it), da registrare anche il primo discorso ufficiale del Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, che ha posto l’accento sul fatto “che l’obiettivo sarà valorizzare e proteggere i prodotti tipici italiani di qualità, ambasciatori della cultura del nostro Paese nel mondo. A fare conoscere l’Italia e la sua qualità non sono state le istituzioni ma i produttori, che ogni giorno si spezzano la schiena sui campi e che girano il mondo stringendo la mano a migliaia di persone dicendo “Nice to meet you” … magari parlando male l’inglese, ma certo presentando con il cuore i propri prodotti. Il 19 maggio avremo un incontro a Bruxelles per discutere di come fare questo: ma sarà mio dovere anche fare in modo non solo che i prodotti italiani abbiamo un’immagine di alta qualità ma anche di dare il chiaro messaggio che mangiare italiano non fa male alla salute. Controlli severi e corretta informazione sono la via per fare questo”.
E per il futuro del Prosecco, hanno chiesto al Ministro Zaia i viticoltori di Conegliano Valdobbiadene? “Già come assessore all’agricoltura della Regione Veneto mi ero impegnato a portare avanti la riserva del nome Prosecco ai soli vini doc, ora che sono Ministro i tempi per raggiungere questo risultato saranno ancor più veloci. E non va scartata l’ipotesi di fare una doc che si estenda fino al paese di Prosecco, in Friuli Venezia Giulia. In questo modo, potremo dimostrare che Prosecco è un toponimo e proibire la produzione in ogni area al di fuori di quelle tradizionali, prima fa tutte la provincia di Treviso che, ricordiamo, rappresenta più del 95% della produzione. Il percorso, insomma, che hanno già fatto grandi vini come Barolo, Barbaresco, Soave”.

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