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COSA SUCCEDE SE UN VITICOLTORE CON IL PALLINO DELLA QUALITA’ DIVENTA SOCIO DI UN IMPRENDITORE EDILE DA SEMPRE INNAMORATO DELLA TERRA? NASCE, ANZI “RINASCE” MONTE DELLE VIGNE, UNA DELLE CANTINE D’ECCELLENZA DELLA NUOVA ENOLOGIA ITALIANA

Prendete un appassionato viticoltore, impegnato fin dal 1983 a mandare avanti la tenuta di famiglia di 15 ettari, Monte delle Vigne, adagiata sugli splendidi colli di Parma, ad Ozzano Taro. Lui, Andrea Ferrari, coltivava da sempre un sogno: produrre, oltre ai tradizionali vini frizzanti del territorio, anche rossi fermi. Vini complessi e elaborati, capaci di competere con le più blasonate etichette del Belpaese, per rilanciare un terroir dimenticato dalle grandi rotte enologiche. Un sogno perseguito con tanta determinazione da fargli conquistare un primato: il primo vino fermo della provincia di Parma l’ha fatto lui, nel 1992. È il Nabucco, da uve Barbera e Merlot. E’ del 1999, invece, la prima bottiglia di Malvasia di Candia aromatica, che ha un altro nome lirico: Callas. Ma la gran parte della produzione interessa i vini mossi: Lambrusco, Malvasia, Sauvignon, Rosso dei Colli di Parma (da Barbera e Bonarda).
A questo punto della storia entra inaspettatamente in scena un altro protagonista: è Paolo Pizzarotti, imprenditore edile impegnato a costruire ponti, dighe, musei e aeroporti in tutto il mondo, a capo dell’Impresa Pizzarotti, società di engeneering che nel 2007 ha sviluppato 700 milioni di euro di ricavi e 34 milioni di utile, collocandosi così al terzo posto nella speciale classifica italiana delle grandi imprese di costruzione. Pizzarotti aveva ricevuto in eredità dal padre un’azienda agraria, confinante proprio con Monte delle Vigne, ma da molti anni l’aveva affittata ad altri proprietari, che l’avevano destinata alla coltivazione di cereali. Pizzarotti, però, non era mai riuscito a dimenticare la giovanile passione per la terra, e quando il suo “vicino” Andrea Ferrari gli ha bussato alla porta non ha avuto dubbi: hanno formato una società, nel 2004, e Pizzarotti, diventato socio di maggioranza , ha portato con sé una “dote” di 150 ettari.
Il risultato è la “nuova” Monte delle Vigne (www.montedellevigne.it), entrata nella seconda fase della sua vita e con tutti i numeri per diventare una delle cantine d’eccellenza dell’enologia italiana. I campi inizialmente coltivati a cereali sono stati trasformati in vigneti, che oggi toccano quota 60 ettari. Inoltre ha visto la luce una nuova e modernissima cantina di 6.000 metri quadrati: Pizzarotti, forte della sua esperienza nel settore, ha unito la bellezza architettonica (la struttura è interrata per l’80%) alle più moderne tecnologie, che grazie a un sistema di lavorazione per caduta delle uve e dei mosti fanno registrare un bassissimo impatto ambientale. Nella mission della cantina, la cui supervisione rimane saldamente nelle mani di Andrea Ferrari, c’è infatti la produzione di vini il più naturali possibile, senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. Oggi Monte delle Vigne, che conta sulla consulenza dell’enologo Attilio Pagli e dell’agronomo Federico Curtaz, produce 250.000 bottiglie all’anno, ma l’obiettivo è raggiungere a regime le 800.000.
Eleonora Ciolfi

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