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VA AL DONALD ZIRALDO - WINEMAKER DELL’ESTREMO, PRODUTTORE E UOMO D’IMMAGINE CANADESE - IL PREMIO MASI 2008. IL RICONOSCIMENTO A PUPPI, VIAN E DE MARZI. IL “GROSSO D’ORO VENEZIANO” A BUNKER ROY. L’EVENTO CULTURALE DI SCENA A VERONA IL 26/27 SETTEMBRE

E’ affascinante la storia di Donald Ziraldo. E’ la storia, più simile ad un romanzo che alla realtà, del figlio di un emigrante friulano, oggi annoverato tra i più grandi imprenditori canadesi del secolo, che ha avuto il merito di aver portato il Canada ad inserirsi nella ristretta cerchia dei Paesi produttori ed esportatori di vini di pregio. Tutto cominciò quando, laureatosi in agronomia, ricevette da sua madre l’anello che suo padre, purtroppo scomparso, avrebbe voluto donargli. Al suo interno era inciso un grappolo d’uva.
“Mio padre aveva fatto incidere in quell’anello il mio destino” ama ricordare Donald Ziraldo, che da allora cominciò a dedicarsi alla viticoltura e all’enologia. La grande ispirazione venne dal Friuli e soprattutto dagli ottimi vini frutto dei vigneti di alta quota della regione. Decise di fare altrettanto nella penisola del Niagara e ne nacquero un’azienda, l’Inniskillin Wines, che oggi è uno dei maggiori produttori dell’Ontario, ed un prodotto eccellente, straordinario strumento di marketing: l’Icewine. Si tratta di un vino pressoché unico ricavato dalle uve vendemmiate in inverno a temperature sotto lo zero, ambrato e dolce ma non liquoroso, oggi esportato in tutto il mondo. I riconoscimenti sono stati innumerevoli: primo tra tutti, il Grand Prix d’Honneur al Vinexpo di Bordeaux nel 1989, che ha segnato l’inizio dell’interesse da parte di tutto il mondo verso i vini canadesi, e poi l’Order of Canada con cui è stato insignito Ziraldo nel 2002, solo per citare i più importanti. Nel 2006 Ziraldo ha ceduto l’azienda al Gruppo Constellation per dedicarsi alle attività di ricerca e innovazione in qualità di Presidente del Vineland Research and Innovation Center of Horticulture.
La Fondazione Masi nasce dalla lunga esperienza del Premio Masi (edizione n. 27) e seleziona di anno in anno insigni personaggi veneti di nascita o di adozione che abbiano contribuito a far conoscere nel mondo il valore della civiltà veneta. L’originalità del Premio consiste in una botte di Amarone, il principe dei vini delle Venezie, di cui la casa vitivinicola Masi è uno degli interpreti più qualificati. A Donald Ziraldo la Fondazione Masi ha riservato il Premio Masi per la Civiltà del Vino, estensione internazionale del Premio, attribuita negli anni passati a personaggi del gotha dell’enologia, da Philippine de Rothschild alla famiglia Krug.
Tra le motivazioni di questo riconoscimento ci sono l’attenzione di Ziraldo per i vitigni autoctoni e il suo impegno per la ricerca e l’innovazione finalizzate a valorizzare il Canada e farne una regione vinicola globalmente riconosciuta ed esportatrice di vini di pregio. Scelte che suggeriscono un parallelismo con Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola e vicepresidente e sostenitore della Fondazione, impegnato da anni a promuovere l’enologia veneta attraverso la valorizzazione delle uve autoctone e delle tecniche tradizionali, attualizzate con l’uso delle più moderne tecnologie.
Donald Ziraldo dividerà quest’anno l’ormai tradizionale botte di Amarone con altri personaggi di caratura internazionale: il Premio per la Civiltà Veneta sarà attribuito a Bepi de Marzi, illustre compositore e direttore di coro, a Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e a Lionello Puppi, storico dell’arte, massimo esperto del Rinascimento veneto e del Palladio.
“Si tratta di un riconoscimento - afferma a WineNews, il presidente della Masi, Sandro Boscaini - alla presenza, al valore, all’impegno e alle realizzazioni” che nei vari campi i veneti di oggi offrono al mondo”.
Il Premio Grosso d’Oro Veneziano, tradizionalmente riservato a personaggi che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando quella comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace, viene conferito all’indiano Sanjit Bunker Roy, seguace del pensiero di Gandhi, di cui prosegue il messaggio di pace e di fraternità, in un progetto dai risvolti socio-economici rilevanti. Bunker Roy ha infatti creato e applicato con successo un modello economico per riscattare i poveri dei villaggi del Rajastan che è potenzialmente esportabile in altre situazioni di indigenza che accomunano tanti Paesi del mondo. Personaggi illustri e internazionalità, dunque, per un Premio che contribuisce in modo significativo alla valorizzazione della qualità e dell’originalità dell’imprenditoria e della cultura veneta, oltre a spaziare nella grande enologia internazionale della quale, oggi, quella veneta fa parte a pieno titolo, e verso l’impegno sociale.
L’appuntamento è per il 27 settembre nella prestigiosa cornice del Teatro Filarmonico di Verona. E sarà la conduttrice televisiva famosa al grande pubblico per le sue trasmissioni dedicate ai viaggi e per l’attenzione che negli anni ha dedicato a Paesi e a popoli diversi, Licia Colò ad animare l’incontro coinvolgendo premiati, mondo dell’informazione e pubblico, in una formula dello storico premio totalmente rinnovata.
Prosit!

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