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G. H. MUMM SPERIMENTA LO SNELLIMENTO DELLE BOTTIGLIE DEL PROPRIO CHAMPAGNE. UN’OPERAZIONE A PRIMA VISTA SOLO ECOLOGICA, MA ANCHE DI NON TRASCURABILE ABBATTIMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE …

La G. H. Mumm, fornitrice delle spettacolari Magnum di Champagne per il podio della Formula 1 e maison che fa parte del gruppo Pernord Richard, ha iniziato una sperimentazione sulle bottiglie del proprio prodotto di punta (2,5 milioni), portando il loro peso da quello standard di 900 grammi a quello di 835 grammi. La sperimentazione, seguita dal Comitè Inerprofessionnel du Vin de Champagne (Civic), durerà due anni (il periodo minimo di rifermentazione in bottiglia per uno Champagne) e vuole testare la tenuta delle bottiglie, dovendo sopportare circa 6 atmosfere di pressione interna.

Uno degli “autori” di “bollicine” più autorevoli d’Italia Mattia Vezzola, artefice degli spumanti franciacortini di Bellavista, spiega che “il problema principale non sembra proprio quello della pressione, bisogna, prima di tutto, vedere come viene elaborato il prodotto, e cioè quale è il suo profilo qualitativo. Esistono spumanti in bottiglie da 600 grammi che non creano il minimo problema. La questione andrebbe considerata piuttosto da un punto di vista più complessivo. Va bene un’attenzione crescente verso l’ambiente, così come verso l’ottimizzazione dei costi di produzione, ma questi aspetti sono solo, appunto, alcuni elementi del problema. In generale, una bottiglia da 900 grammi conserva certamente meglio il suo contenuto, basti pensare al rapporto spessore vetro/rifrazione della luce”.

Certo, le richieste sempre più pressanti di bottiglie dallo spessore più sottile, provenienti soprattutto dal mercato inglese, possono diventare un problema commerciale non eludibile, ma la soluzione proposta dalla Mumm, come, peraltro, da altre importanti maison della Champagne, come Vranken Pommery che già dal 2003 ha ridotto il peso delle proprie bottiglie, sembra rappresentare piuttosto una operazione di marketing, che sotto la veste ecologista, non nasconde altro che la vecchia e sempre necessaria lotta per la riduzione dei costi (anche a scapito della qualità).

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