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RUMORS - DUE NOMI PER LA PRESIDENZA DEL COMITATO NAZIONALE VINI: ANTONELLA BOSSO (ISTITUTO SPERIMENTALE PER L’ENOLOGIA DI ASTI) E ANTONIO CALÒ, A CAPO DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA VITE E DEL VINO. L’“OUTSIDER” E’ VASCO BOATTO (UNIVERSITÀ DI PADOVA)

Oltre che cercare il suo futuro in vista dell’entrata in vigore della parte dell’Ocm Vino che cambierà le modalità di assegnazione delle Denominazioni di origine assegnandole a Bruxelles, il Comitato Nazionale Vini è in attesa anche di una nuova guida.

Il presidente uscente, Flavio Tattarini, nominato dall’ex ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, il cui mandato è scaduto il 18 luglio 2008, non ha rinnovato la sua disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente, che ha carattere fiduciario.

Secondo rumors, due sono i nomi più pababili che il Ministro per le Politiche Agricole potrebbe scegliere: Antonella Bosso e Antonio Calò.

Il primo, e il più accreditato alla carica, è Antonella Bosso, docente dell’Istituto Sperimentale per l’enologia del Cra di Asti e docente di materie enologiche all’Università di Padova, Torino, Palermo e del Piemonte Orientale; esperta della delegazione italiana nei gruppi “Tecnologia” e “Specificazione dei prodotti enologici” della Commissione di Enologia dell’Oiv (Organisation internationale de la vigne et du vin), è autrice di numerose pubblicazioni e nel 2001 ha vinto il premio Assoenologi per la ricerca in viticoltura ed enologia. Tra le sue materie d’elezione i processi di vinificazione e le pratiche enologiche, e l’elaborazione statistica di dati chimico-fisici e sensoriali.

Il secondo nome, sempre stando alle indiscrezioni, è quello di Antonio Calò, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, docente di Viticoltura e direttore dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura del Cra con sede in Conegliano. Calò, già presidente del Comitato per i Vini Doc, fa parte del comitato di coordinamento ministeriale Oiv, l’Onu del vino, del quale è stato anche presidente della Commissione Viticoltura; autore di oltre 300 lavori, tra i suoi settori di interesse la storia e l’economia viticola, l’ampelografia, il miglioramento genetico, l’ecologia, le tecniche colturali e la fisiologia viticola.

Ma oltre a questi due importanti nomi, ci sarebbe anche quello di un altro personaggio di spicco dell’enologia italiana che circola nelle ultime ore: è quello di Vasco Boatto, attualmente presidente del corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia della Facoltà di Agraria di Padova nella Scuola Enologica di Conegliano, nonché uno dei “tre saggi” nominati di recente dal ministro Zaia durante la vicenda del Brunello di Montalcino.

Boatto è anche direttore del Centro Interuniversitario di Ricerche per la Viticoltura ed Enologia (Cirve), del Centro Interuniversitario per la Contabilità e Gestione Agraria Forestale Ambientale, e della Scuola di Dottorato in Territorio Ambiente Risorse Salute che ha sede amministrativa presso il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali dell’Università di Padova, oltre che membro della Società italiana degli economisti e della Società Italiana degli Economisti Agrari. Tra i suoi principali settori di attività ci sono l’ economia delle produzioni viticole ed enologiche, analisi di mercato dei prodotti vitivinicoli, l’implicazione degli interventi di politica economica in ambito internazionale, comunitario nazionale e regionale.

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