02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

CHAMPAGNE: EXPORT MONDIALE IN CRESCITA, L’ITALIA CRESCE ANCHE NEL PRIMO SEMESTRE. IN CORSO IL PROGETTO DI REVISIONE DELL’AREA A DENOMINAZIONE A REGIME DAL 2021, A DIRLO DANIEL LORSON DEL CIVC (COMITÉ INTERPROFESSIONNEL DU VIN DE CHAMPAGNE)

Dalle cantine della Champagne sono uscite 338 milioni di bottiglie nel solo 2007, di queste 150,9 milioni sono state spedite in 190 paesi. Le esportazioni oggi rappresentano il 45% e hanno triplicato il loro volume rispetto agli anni ’80, quando l’export non rappresentava che un terzo delle spedizioni totali.
L’Italia, con 10,3 milioni di bottiglie di Champagne importate nel 2007, ha scalato la classifica mondiale di una posizione ed è ormai il quarto mercato al mondo a volume e il terzo a valore. Nel primo semestre del 2008, malgrado la crisi, l’Italia conferma la sua crescita con un incremento dell’1,16% a volume sullo stesso periodo dello scorso anno.
I dati sono stati diffusi dal Centro Informazioni Champagne per l’Italia per la Giornata Champagne che si è svolta ieri a Milano, accompagnata da una degustazione di Champagne a conferma ancora una volta della passione degli italiani per le bollicine d’Oltralpe. L’edizione 2008 ha presentato ai professionisti 59 marchi distribuiti sul mercato italiano, con oltre 160 cuvée in degustazione (info: Centro Informazioni Champagne, tel. 0243995767; www.champagne.it; www.civc.fr).
“La domanda mondiale di Champagne continua a crescere. Oggi la produzione di Champagne non rappresenta che il 12% del mercato dei vini effervescenti” ha dichiarato Daniel Lorson, Direttore della comunicazione del Civc (Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne) che riunisce le maison e i viticoltori della Champagne. Lorson ha fatto il punto sul progetto di revisione dell’area a denominazione e ha spiegato che“per porre rimedio alle lacune della delimitazione della Champagne che è stata definita all’inizio del XX secolo, nel 2003 è stata avviata una procedura di revisione dell’area a denominazione”.
La revisione di tutte le denominazioni francesi spetta all’Inao (Institut National de l’Origine et de la Qualité). Nel 2006 una commissione di cinque esperti è stata nominata per definire i criteri di revisione e formulare delle proposte che sono state presentate nel marzo di quest’anno. La nuova area di elaborazione, cioè la zona nella quale si possono elaborare ed etichettare le bottiglie di Champagne, secondo il progetto della commissione, potrebbe passare da 635 a 673 comuni. La zona di produzione dell’uva, nella quale è possibile coltivare la vite destinata all’elaborazione dello Champagne, potrebbe passare da 319 a 357 comuni.
“A partire da criteri qualitativi e oggettivi molto stringenti la commissione ha proposto anche l’esclusione di alcuni comuni che beneficiavano della denominazione”, ha sottolineato Lorson.
Entro la fine 2008 e l’inizio 2009, dopo avere esaminato i reclami, la commissione presenterà il suo progetto definitivo all’Inao e sarà presentata al Consiglio di Stato una bozza di decreto che ufficializzerà la nuova definizione dell’area geografica. “Solo quando questa tappa sarà conclusa potrà avere inizio l’ultima fase della delimitazione con la revisione particellare nei 357 comuni nella zona di produzione delle uve, ossia la delimitazione delle particelle che potranno effettivamente produrre uve a denominazione Champagne” prosegue Lorson. “Se questa tappa sarà completata entro il 2015 i primi vini risultanti dalla revisione potranno essere commercializzati nel 2021”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli