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NON SI PUO’ SCRIVERE TOCAI IN ETICHETTA? ALLORA AL POSTO DEL VITIGNO UN BEL PUNTO INTERROGATIVO: LA CANTINA SELVA CAPUZZA, CHE APPARTIENE ALLA DOC SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA, UNA DELLE PIU’ PICCOLE D’ITALIA, LANCIA UN’ORIGINALE PROVOCAZIONE

In Friuli lo chiameranno Friulano. In Veneto Tai. A San Martino della Battaglia, sul Lago di Garda (Brescia), non si sa. Su questa piccola e storica Doc del panorama vitivinicolo italiano pesa l’incognita di un vitigno “senza nome”. Eppure questo vino viene da sempre ottenuto dalla coltivazione di uve Tocai. Ed è per questo che Luca Formentini, giovane vignaiolo dell’azienda Selva Capuzza, ha voluto lanciare la nuova annata del suo San Martino, il “Campo del Soglio 2007”, con una nuova retro etichetta che riporta un punto di domanda al posto del nome del vitigno: una piccola nota polemica che denota la passione di un’azienda nella difesa di un vino che, tra l’altro, sta ottenendo riscontri sempre più importanti.

La Doc San Martino Della Battaglia è una delle più piccole d’Italia, e l’unica in Lombardia ad utilizzare uve Tocai: istituita nel 1970, è una delle 7 denominazioni della provincia di Brescia, ed una delle 3 presenti nel panorama vitivinicolo della sponda bresciana del Lago di Garda. L’anno scorso però, un decreto ministeriale ha come noto vietato l’utilizzo del termine Tocai per produzioni vinicole italiane, visto che l’Unione Europea ha riconosciuto l’esclusiva di questa denominazione alla sola Ungheria: di conseguenza, si è deciso un nome alternativo per il Tocai del Friuli e per quello del Veneto, ma nessuno ha dato indicazioni per il Tocai di San Martino. Da qui l’idea del punto interrogativo, accompagnato da una nota nella quale si spiega che “il San Martino ha origine dalla vinificazione di un vitigno al quale, dopo centinaia di anni di storia, è stata negata la possibilità di avere un nome”.

Così uscirà la nuova annata del Campo del Soglio, che viene prodotto solo nelle annate giudicate ottimali dallo staff di Selva Capuzza, da uve raccolte a mano in vigneti che in termini produttivi, quest’anno, non sono andati oltre i 70 quintali ad ettaro, arrivando naturalmente al limite che l’azienda si era prefissata. Fermentazione a basse temperature e affinamento avvengono in vasche d’acciaio, l’imbottigliamento è previsto in anticipo sui primi caldi primaverili, per un totale di 60 ettolitri e 8.000 bottiglie. L’annata 2008? “La vendemmia si è conclusa sotto le migliori aspettative - conclude Luca - Dal punto di vista della qualità delle uve, è senz’altro la migliore annata degli ultimi anni. E questo ci conforta nella decisione di continuare a produrre il Campo del Soglio. Ovviamente con le uve Tocai di sempre, anche se qualcuno ha deciso che non potremo più chiamarle con il loro nome”.

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