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A PECHINO, SHANGHAI E MACAO E’ DI SCENA IL VINO ITALIANO. “VINITALY CHINA” (19/22 NOVEMBRE): UN PROGRAMMA CHE PROMUOVE LA CULTURA DEL VINO E I RAPPORTI COMMERCIALI IN UN PAESE CON CONSUMI IN CONTINUA CRESCITA

Dal 19 al 22 novembre, Veronafiere porta oltre 100 aziende italiane alla conquista delle tre città a maggior potenziale di consumo nel mondo: Pechino, Shanghai e Macao, e qui si concentra il più alto tasso di crescita del consumo di vino nel mondo (a Pechino il consumo è aumentato del 50% solo nel 2007) e, fino al 2013, crescerà del 13% l’anno.
“Vinitaly China - spiega Camillo Cametti, consigliere di Veronafiere e delegato alle attività internazionali - taglia il traguardo dei 10 anni e continua nel suo impegno di promozione del vino italiano. Le prospettive sono buone perché l’import dall’Italia continua a crescere come dimostrano i dati dei primi 8 mesi dell’anno resi noti ieri dall’Istat, che parlano di quasi 51.000 ettolitri per un valore superiore a 9,5 milioni di euro contro meno di 41.000 ettolitri e 8,4 milioni di euro dello stesso periodo 2007. Si tratta di un aumento del 24,4% in quantità e del 13,1% in valore”.
“Continuiamo a potenziare - spiega Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere - le attività di Vinitaly nel Paese, aggiungendo quest’anno la tappa di Macao, che dà ai produttori italiani un’importante chance in un mercato di consumo potenzialmente molto interessante”.
A migliorare la posizione del vino italiano in questo Paese ha contribuito certamente l’azzeramento dei dazi sul vino di Hong Kong e Macao, che si traduce per il consumatore in una diminuzione del costo finale per bottiglia del 20-30%. Così, se una bottiglia del valore iniziale di 10 dollari Usa veniva venduta al dettaglio ad Hong Kong a 31 dollari, ora, senza alcun dazio, costerà meno di 23 dollari. L’obiettivo per le imprese enologiche italiane è quello di conquistarsi uno spazio di mercato anche nella città considerata la Las Vegas d’Oriente. Mercato promettente, ma ad oggi dominato da Francia e Portogallo.
Grazie a questa nuova politica economica di apertura verso i mercati esteri, solo nei primi 5 mesi 2008, la Cina ha importato circa 850.000 ettolitri di vino con un incremento del 10,3% sullo stesso periodo del 2007, con un significativo aumento anche in termini di valore pari al 49% per un totale di 310 milioni di dollari.
In questo scenario, l’Italia si colloca al sesto posto come esportatore verso la Cina dietro a Francia, Australia, Stati Uniti, Cile e Spagna, ma può certamente conquistare nuove posizioni sui concorrenti. L’appeal maggiore è per i vini di fascia alta, tanto che, per il 2010, si prevede rappresenteranno la metà dell’import enologico.
Nell’esteso territorio del Dragone, Pechino e Shanghai sono le realtà più promettenti. La crescita del mercato enologico a Pechino negli ultimi anni è stata velocissima, solo nel 2007 ha avuto un balzo in avanti del 50 per cento e l’effetto trainante, dato anche dai giochi olimpici, continuerà nei prossimi anni. Nell’anno in corso l’offerta di vini d’importazione di fascia alta si è arricchita di moltissime etichette al punto che i principali alberghi hanno investito nella formazione del personale perché possa acquisire adeguate competenze sul vino. Shanghai si mette sulla scia di Pechino: qui le importazioni di vino italiano, dal 2003, hanno avuto un’impennata che non ha avuto uguali nelle altre città del Paese. Accelerata favorita anche da iniziative, di promozione internazionale del bere italiano: le azioni che stanno avendo maggior successo per la penetrazione del mercato cinese con un rilevante ritorno in termini di acquisto sono infatti quelle che mirano ad aumentare la conoscenza sul vino da parte dei potenziali consumatori.
D’accordo su questo approccio anche l’ambasciatore italiano in Cina Riccardo Sessa, che ha evidenziato come “il wine & food italiano siano i prodotti di punta dell’export italiano in Cina ma anche quelli che suscitano la maggiore attrazione nei consumatori locali”. “La cucina cinese - ha quindi dichiarato Walter Brunello, presidente di Buonitalia Spa - è rappresentata nel suo complesso da una differenza territoriale che permette alla grande varietà dei vini italiani di essere potenzialmente abbinabili ai diversi gusti proposti. Il nostro obiettivo è quello di far abbinare, in maniera corretta e al maggior numero possibile, le nostre produzioni vinicole ai piatti della cucina cinese. Dobbiamo stimolare l’interesse dei consumatori cinesi affinché si sentano spinti a visitare direttamente in Italia i luoghi di produzione dei nostri vini”.
Dopo Pechino, il 20 e 21 novembre, Vinitaly China è a Shanghai; la chiusura del tour a Macao il 22 novembre.

Evento nell’evento - “The Next Quality Experience” sbarca in Cina. Con la formazione degli operatori (ristoratori, enotecari, distributori, sommelier, responsabili acquisto gdo, docenti scuole alberghiere, giornalisti) si diffonde la cultura dei vini …
Dopo la tappa in Russia, a Mosca ed a San Pietroburgo, il progetto “The next quality experience” - l’iniziativa finanziata dall’Unione Europea e realizzata da Unione Italiana Vini, nata per proporre ad un audience sempre più vasta nel mondo, gli asset e i fattori di successo dei vini Europei - dal 19 al 21 novembre sarà in Cina, per “Vinitaly China”, in due importanti appuntamenti a Pechino (19 novembre) e a Shanghai (20/21 novembre). Si tratta di un progetto molto importante e totalmente innovativo basato su un nuovo modello di promozione dei vini europei nei Paesi terzi attraverso un’esperienza di apprendimento permanente.
Il progetto, infatti, fortemente voluto da Unione Italiana Vini, la maggiore organizzazione italiana che rappresenta le maggiori imprese del settore vitivinicolo del nostro Paese, è altamente innovativo e vuole superare i limiti della promozione tradizionale dei vini attraverso modalità in grado di diffondere la cultura, la conoscenza dei vini europei nei cosiddetti Paesi terzi in maniera continuativa.
Per questo l’iniziativa “The next quality experience” promuove una serie di azioni continuative per:
- monitorare i mercati internazionali del vino offrendo informazioni costantemente aggiornate ed approfondite su trend dei mercati, politiche commerciali degli operatori e abitudini dei consumatori.
- rendere disponibili agli operatori del settore vinicolo cinese le conoscenze e le competenze relative ai caratteri di distintività dei vini di qualità europei, attraverso banche dati e strumenti di formazione/informazione.
- promuovere un modello innovativo di analisi sensoriale che consenta la valutazione delle caratteristiche organolettiche dei vini attraverso l’oggettivazione dei principali descrittori.
- promuovere percorsi innovativi di formazione, on e off line, dedicati a: Buyer (distribuzione moderna, importatori e distributori, horeca, gli influenzatori), media, opinion leader, scuole e consumatori, con contenuti di approfondimento dei caratteri di distintività dei vini di qualità europei vqprd e igt.
- descrivere le vincoli ed opportunità del mercato Cinese.
“Si tratta di un’opportunità straordinaria per le nostre imprese - spiega Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini - che con questo progetto riescono a creare relazioni privilegiate e permanenti con i cosiddetti influenzatori (buyer in primis) di mercati strategici per i nostri vini. Con questa modalità di formazione e monitoraggio dei mercati, abbiamo l’opportunità da un lato di diffondere la conoscenza dei nostri vini e dei nostri territori di produzione, dall’altro di conoscere meglio questi mercati, le loro peculiarità e di conseguenza le loro potenzialità”.
Il progetto “The next quality experience” fornisce, per queste ragioni, strumenti di relazione esclusivi tra gli operatori del mercato e i principali produttori di vini di qualità europei attraverso azioni di formazione (Wine Academy), informazione (Convegni e fiere, banche dati e attività editoriali), workshop/forum/eventi (on e off line), web marketing (portale, newsletter).
Info: www.professorwine.com.

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