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ARRIVA “SEDICI NOVANTATRE”, UN VINO CHE CORONA UN’ALTRA BELLA STORIA CHE GIUNGE DALLA SICILIA ENOICA. I PROTAGONISTI? 5 AMICI, LEGATI DALLA PASSIONE PER IL NETTARE DI BACCO, RIUNITI PER DARE VITA ALL’AZIENDA VITIVINICOLA “VIGNE IN VAL DI NOTO”

Sera d’inverno. Interno di una casa di legno e vetro in riva al mare, non lontano da Capo Passero, in Sicilia. Cinque amici, riuniti attorno a un tavolo, guardano le onde sollevate dallo scirocco bevendo un Nero d’Avola. Nel quieto alternarsi delle chiacchiere, cominciano a vagheggiare un vino capace di esprimere la natura e la cultura di quell’angolo di Trinacria.
I cinque amici fanno mestieri diversi, distanti da quello di vignaiolo. Eppure, Lorenza Battigello (occupata in una multinazionale cosmetica), Giorgio De Flaviis (imprenditore assicurativo), Teresa La Rosa (architetto), Lucia Rappazzo (giornalista, direttore di Psychologies, mensile femminile della Rusconi - Hachette) e Salvatore Tringali (architetto) si ritrovano di nuovo in quell’angolo di Sicilia, questa volta davanti a un appezzamento di terra, sulle colline prospicienti il mare, a guardare la loro vigna.
L’azienda agricola Vigne in Val di Noto (www.vigneinvaldinoto.com) nasce così. Da una passione comune, da una scommessa intima, dalla consapevolezza dell’unicità di quei luoghi e dal desiderio di raccontarne l’incanto.
I vigneti si trovano tra Noto e Capo Passero, su colline vista del mare. La sede è nel cuore della Sicilia barocca, a metà strada tra Noto e Modica. L’azienda produce un solo vino: “Sedici Novantatre”. È stato battezzato così perché fu nel 1693 che il Val di Noto venne ricostruito dalle fondamenta, dopo l’immane terremoto che lo aveva raso al suolo. Da quel lontano cataclisma naturale, la zona assunse poi quella connotazione mirabilmente barocca che ancora oggi la caratterizza e che l’ha resa famosa in tutto il mondo e della cui ricchezza e complessità il vino vuole essere ambasciatore.
“Sedici Novantatre” (il prezzo al pubblico è di 30 euro a bottiglia) è un uvaggio di Nero d’Avola e Syrah; la sua zona di produzione è l’area Doc Eloro, nei comuni di Ispica (Ragusa) e Noto (Siracusa); è ottenuto da vigneti in parte coltivati a cordone speronato per il Syrah e in parte ad alberello siciliano per il Nero d’Avola, è un vino affinato condotto in acciaio per 6 mesi, e in bottiglia per altri 12 mesi.

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