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360 ANNI DI STORIA: LA FRIULANA ANGORIS HA FESTEGGIATO IERI UN TRAGUARDO IMPORTANTE …

La friulana Angoris ha festeggiato un traguardo importante: 360 anni della sua storia. Tanto è passato dal lontano 1648 anno in cui l’imperatore d’Austria Ferdinando III dona 300 campi di terreno fra i più fertili e fruttuosi all’ufficiale Locatello Locatelli per meriti acquisiti in battaglia nella guerra dei Trent’anni.

E’ l’alba di una storia importante; è tangibile da subito la passione, l’emozione, l’orgoglio e il rispetto per una terra splendida e fruttuosa dove, secondo quanto riportato da un archivio storico dell’epoca, il vigneto di pianura dà profumo “il più utile, il più fertile, il più fruttuoso” e dove il vigneto di collina da la struttura “li migliori posti in coline”.

Sono passati trecentosessantanni ed Angoris, una delle più famose cantine friulane, è ora gestita con rinnovato entusiasmo dalla famiglia Locatelli (semplicemente omonimi del primo storico proprietario), coadiuvata da una squadra di persone che hanno un unico obiettivo: mantenere intatte le caratteristiche originali: passione, emozione, orgoglio e rispetto.

Oggi, il successo di Angoris è testimoniato anche dai numeri: la tenuta si estende su una proprietà di 600 ettari, dei quali 130 vitati. Negli anni 50 è stata la prima azienda in Friuli ad imbottigliare ed etichettare è stata pioniera negli anni ‘70 della spumantizzazione in Friuli è l’unica azienda della regione ad avere vigna in tre zone Doc differenti: Collio, Colli Orientali e Isonzo.
“Nonostante questi grandi numeri è varcando l’ingresso della tenuta - si legge in una nota stampa - che ci si accorge di entrare in una realtà dove si respira orgoglio e rispetto, dove la simbiosi tra uomo e territorio scandisce ancora i ritmi inesorabili delle stagioni e del suo frutto, dove l’emozione si fonde con una passione smisurata. Una passione a 360 gradi che anima tutta la filiera di produzione, dall’agronomo che studia il terreno migliore per la produzione, al fattore che ogni momento della giornata controlla e cura la vigna, ai vendemmiatori attenti a raccogliere solamente l’uva arrivata al giusto punto di maturazione, all’enologo che tramuta in nettare divino il prodotto della natura”.

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