02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

LA CRISI NON FERMA IL GRUPPO ITALIANO VINI (GIV), CHE TOCCA I 300 MILIONI. UFFICIALE: IL MARCHIO BOLLA TORNA IN MANI ITALIANE. OPERAZIONE DA 40 MILIONI DI EURO. IL COLOSSO DELLA COOPERAZIONE ‘‘CANTINE RIUNITE E CIV’’ SOCIO DI RIFERIMENTO DEL GIV

Italia
Emilio Pedron, ad Gruppo Italiano Vini (Giv)

Il Gruppo Italiano Vini (Giv) prende in contropiede la crisi economico-finanziaria mondiale e rilancia riportando definitivamente in Italia il marchio Bolla. Dopo i rumors è arrivata così l’ufficialità. Con il “closing” dell’operazione il 10 dicembre, il Giv ha completato l’acquisizione della storica cantina veronese dalla multinazionale americana Brown-Forman, famosa in tutto il mondo per la produzione, tra gli altri, del Jack Daniel’s e di altri whisky come il Southern Comfort o il Canadian Mist.
“La nostra è stata una risposta di coraggio attuando un’operazione per complessivi 40 milioni di euro - spiega l’amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini, Emilio Pedron - perché abbiamo affrontanto le difficoltà di questo periodo in modo produttivo andando controcorrente e scommettendo sul futuro, da una parte, investendo e, dall’altra, associandoci” (da luglio il nuovo colosso della cooperazione vitivinicola italiana ‘‘Cantine Riunite e Civ’’, è il socio di riferimento di Giv, ndr).
Nel 2006 Brown-Forman aveva già ceduto l’azienda di Pedemonte al Gruppo Italiano Vini. L’accordo prevedeva che la società americana rimanesse proprietaria del marchio e della distribuzione dei suoi prodotti in tutti i mercati esteri lasciando, però, la distribuzione nel mercato italiano a Giv. Quest’anno, però, la multinazionale di Louisville ha deciso di dedicare le sue energie principalmente al mercato dei superalcolici e di cedere, quindi, anche il marchio della casa di Verona.
In particolare, l’intesa appena sottoscritta prevede il passaggio della distribuzione a Gruppo Italiano Vini (previsto per il 2008 un fatturato consolidato vicino ai 300 milioni di euro) già dal prossimo 1 gennaio per tutti i mercati ad eccezione di quello americano. Per quest’ultimo la Brown-Forman proseguirà la distribuzione fino alla data massima del 30 aprile 2009. Nel periodo di transizione Giv valuterà la migliore soluzione distributiva da rendere esecutiva dal 1 maggio 2009, in considerazione anche dell’importanza del mercato Usa per la marca Bolla.
I vini a marchio Bolla vengono attualmente esportati in più di 50 Paesi nel mondo. Il mercato principale è quello americano dove la marca si posiziona al quinto posto tra i vini italiani, con quasi 8 milioni di bottiglie distribuite. Seguono Canada, Regno Unito, Giappone, Germania e Brasile. In totale le bottiglie prodotte sono 16 milioni per un fatturato che, nell’esercizio 2007-2008, ha raggiunto i 40 milioni di dollari.

Il ritratto - Chi è Bolla
La storia del marchio Bolla ha inizio 125 anni fa, cioè nel 1883, a Soave grazie allo spirito pionieristico di Abele Bolla. Nel 1930 Alberto Bolla, figlio del fondatore, fonda la seconda cantina di famiglia a Pedemonte, nel cuore della Valpolicella, ed inizia a produrre l’Amarone Bolla che, in breve tempo, diverrà uno dei grandi vini italiani.
Nel 1939 Bolla fu una delle poche aziende vinicole a ottenere dalla Casa Reale di Savoia il brevetto per potersi fregiare dello stemma reale. Negli anni cinquanta i vini Bolla iniziano ad imporsi sui mercati esteri, prima in Europa e successivamente in America dove, nel 1968 vengono distribuiti proprio da Brown-Forman. Nel 1972 la famiglia Bolla cede parte alla multinazionale americana che nel 2000 ne assume il pieno controllo diventandone unico azionista. Il resto è storia recente con il passaggio della cantina e del marchio per complessivi 40 milioni di euro nelle mani del Gruppo Italiano Vini.

Il punto - Pedron (Giv): il vino in Italia tiene, ma solo per i grandi marchi
Il settore del vino in Italia è tra i meno colpiti dalla crisi, anche se questo vale soprattutto per i marchi ben affermati sul mercato: per gli altri i bilanci 2008 già segneranno forti difficoltà. E’ la fotografia di un comparto, tra quelli che più dovrebbe risentire dell’attuale contrazione dei consumi, scattata da Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini (Giv), la maggiore realtà del settore in Italia.
Il fatturato del gruppo (300 milioni di euro) è in linea con quello del 2007: “l’effetto del cambio negativo dell’area nordamericana - spiega Pedron - è stato compensato dalla crescita del mercato interno. E per il 2009 prevediamo di mantenere gli stessi livelli”.
A soffrire di più sembra essere il mercato inglese, in parte quello Usa, mentre tiene la Germania. “Su Francia e Spagna abbiamo meno segnali in quanto lì il “made in Italy” esporta poco - aggiunge Pedron - ma crediamo siano mercati in discreto rallentamento”. Di nuovo l’Italia sorprende: la vendemmia 2008 è stata buona, ma i prezzi delle uve e del vino sono in discesa per scarsità di domanda. Eppure il Natale non sembra andare troppo male. “A novembre gli ordini erano fermi, ma in dicembre sono ripartiti: gli italiani spesso ci sorprendono, perché sono disposti a spendere, più di altre nazioni, anche nei momenti di difficoltà”, conclude Pedron.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli