PITTI UOMO: DEGUSTAZIONE DI PRESTIGIOSE ETICHETTE. TESTIMONIAL D’ECCEZIONE GELASIO GAETANI LOVATELLI D’ARAGONA, CHE LAVORA A UN FILM SUL GRANDE VINO ITALIANO. “VORREI COME ATTORI ANTINORI, TASCA D’ALMERITA, GUERRIERI GONZAGA, VISCONTI DI MODRONE …”

Le più prestigiose etichette toscane insieme alle creazioni sartoriali d’eccellenza del made in Italy. Sarà il conte Gelasio Gaetani Lovatelli d’Aragona a presentare domani 13 gennaio a Pitti Uomo di Firenze vini che rappresentano la massima espressione dell’enologia toscana: il Tignanello dei Marchesi Antinori, il Chianti Classico Tenuta Riseccoli, l’Ornellaia Serre Nuove dei Marchesi de’ Frescobaldi e Fidenzio Podere San Luigi. Bottiglie che raccontano la storia di un territorio, pezzi unici “made in Tuscany” che faranno da cornice agli abiti esclusivi creati dall’azienda sartoriale Mabro, improntata sull’alta artigianalità.

Il conte Gelasio Gaetani, discendente di una nobile famiglia romana, produttore storico a Montalcino e tra i più influenti ambasciatori del gusto italiano sulla scena internazionale, spiega che subito dopo le sfilate di Pitti Uomo si dedicherà in via esclusiva al lavoro di sceneggiatura del primo film italiano dedicato al vino e ai nostri maggiori produttori. “Amici, soprattutto - spiega Gelasio Gaetani - straordinari gentlemen come Lucio Tasca d’Almerita e Piero Antinori, i Frescobaldi, i Visconti di Modrone, Anselmo e Carlino Guerrieri Gonzaga o Girolamo Strozzi Guicciardini, che coinvolgerò nel mio progetto come attori e comparse”.

“Come ha dichiarato recentemente in televisione il sociologo Francesco Alberoni per vincere la sfida della crisi gli italiani devono puntare - prosegue il conte d’Aragona -sulla loro creatività legata ad ambiti di appartenenza particolari. La cultura, lo spettacolo, la moda ed io aggiungerei anche l’enologia. Non è un caso che l’idea del film sia particolarmente piaciuta ai produttori americani, un Paese in cui i nostri vini vanno per la maggiore. Lo stesso Francis Ford Coppola ne è un grande estimatore, ed in ricordo dell’Italia e di Giulio Cesare, ha chiamato il suo miglior rosso Rubicon”.