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COMUNICAZIONE ISMEA - FORUM CONFAGRICOLTURA (TAORMINA, 26/28 MARZO 2009): “DAL BISOGNO ALIMENTARE AL FABBISOGNO ALIMENTARE”

Ecco la comunicazione che l’Ismea ha tenuto oggi a Taormina nel Forum di Confagricoltura “Terreno Fertile”:
La crisi dei mercati agricoli
La recente crisi finanziaria ha evidenziato la debolezza dei mercati e delle commodity agroalimentari riportando all’attenzione mondiale i problemi e le criticità legati alla sicurezza alimentare ed alle conseguenze dell’incremento dei prezzi dei prodotti agricoli, sia dei paesi industrializzati sia di quelli in via di sviluppo.
La fiammata dei prezzi agricoli che ha turbato i mercati tra la fine del 2007 e la prima metà del 2008 è stata causata da diversi fattori concomitanti che hanno determinato un effetto sinergico che ha condotto ad un aumento delle quotazioni delle commodity agricole sui mercati nazionali e internazionali con caratteristiche mai verificatesi in precedenza sia per entità sia per la durata degli aumenti.
Tra i fattori che hanno determinato tale andamento è necessario distinguere tra eventi esogeni al mercato (eventi climatici avversi, fitopatie, aumento del tasso di crescita della popolazione e dell’ economia dei paesi emergenti, evoluzione dei prezzi dei prodotti energetici) ed eventi endogeni legati a politiche commerciali, azioni speculative e protezionistiche che hanno modificato l’immissione di prodotti sui mercati internazionali.
L’incremento inaspettato dei prezzi ha avuto l’importante conseguenza di porre nuovamente al centro del dibattito internazionale la questione alimentare mondiale, o meglio il pericolo che la “crisi alimentare” dello scorso anno assuma caratteristiche strutturali. Nonostante i prezzi delle principali commodity siano tornati sui livelli degli anni precedenti, permane, anzi aumenta, a livello mondiale, lo squilibrio tra domanda e offerta ed, inoltre, lo sviluppo dei i trend dei fattori esogeni, (ad esempio cambiamenti climatici, o la riduzione delle fonti energetiche fossili), sembra portare ad una trasformazione degli eventi congiunturali in strutturali e/o ciclici con gravissime ripercussioni sia sulla sicurezza alimentare sia sulle economie rurali ed agro-alimentari mondiali.
La preoccupazioni sono legate all’eventualità del riproporsi di una nuova fase di volatilità dei prezzi agricoli che, nel recente passato, è stata accentuata sia dall’instabilità dei mercati degli input (vedi i prodotti energetici), sia da un sensibile aumento degli investimenti nei derivati finanziari del settore e dei comparti fornitori. Tutto ciò ha posto in evidenza il ruolo attivo e potenziale della speculazione sul meccanismo di formazione dei prezzi agricoli, determinando condizioni di fallimento di mercato che hanno portato ad evidenziare, da più parti, la necessità dell’intervento pubblico sui mercati e di conseguenza un suo coordinamento sovrastatale al fine di evitare azioni protezionistiche unilaterali fortemente distorsive che contribuiscono a incrementare, invece di ridurre, la volatilità dei prezzi.
Verso una crisi strutturale?
L’aspetto più preoccupante messo in evidenza dalla crisi del 2008 sta nella sua dimensione globale e nell’aver messo in luce le criticità di un modello di sviluppo dell’agricoltura che mostra una progressiva disarticolazione del settore primario (e dei suoi stakeholders) dai mercati dei prodotti alimentari, finanziari e dei consumatori finali. Il recente passato è contemporaneamente causa e conseguenza dell’approssimarsi di un nuovo scenario economico mondiale. Per la prima volta, infatti, si è verificata una crisi alimentare che:
- riguarda molteplici dimensioni: la sicurezza alimentare intesa sia in termini di disponibilità ed accesso agli alimenti (food security) sia di requisiti minimi igenico-sanitari (food safety); la sostenibilità ecologica della produzione agricola; la sovranità alimentare intesa in termini di qualità e tradizione; la distribuzione della reddito tra parte agricola e gli attori del sistema di agrimarketing ed infine le aspirazioni di emancipazione sociale di vasta portata dei soggetti coinvolti direttamente nella produzione primaria;
- mostra i suoi effetti a livello globale: le conseguenze (con le dovute differenze ed implicazioni) sono percepite in tutto il mondo, sia nei paesi in via di sviluppo, sia in quelli industrializzati;
- conferma la stretta connessione tra il comparto agricolo e tutti gli altri settori produttivi ed economici con particolare riferimento ai settori a monte e a valle dell’agricoltura (energetico, chimico, petrolifero) e ai mercati finanziari (cambi, futures …).
E’ quindi cruciale riportare il dibattito in materia di agricoltura all’interno dell’agenda politica dei Paesi Industrializzati allo scopo di far fronte alle nuove sfide evidenziate dalla crisi alimentare mondiale. Questo sfida passa necessariamente attraverso un aumento delle produzioni agricole, che la Fao stima debba raggiungere livelli doppi di quelli attuali. Anche i Paesi Industrializzati devono contribuire a rispondere a tale sfida attraverso due strade: interventi diretti nei Paesi in via di sviluppo ed attuazione di politiche interne che siano i grado di limitare gli squilibri tra domanda e offerta internazionale.
Nel primo caso vanno create nuove modalità di intervento che creino sinergie tra le attività pubbliche di cooperazione e quelle sempre più importanti dei soggetti privati. In questo ambito occorre sostenere nuove forme di partenariato pubblico-privato mirate alla creazione di nuove attività produttive in campo agricolo, destinate alla domanda interna di prodotti alimentari. Attraverso il coordinamento internazionale e le agenzie multilaterali, le istituzioni pubbliche possono individuare i Paesi più vulnerabili in termini di sicurezza alimentare e disegnare un quadro coordinato di interventi a cui possano partecipare sinergicamente i soggetti privati.
Nel secondo caso, i recenti avvenimenti hanno evidenziato il ruolo cruciale delle produzioni dei Paesi Industrializzati e del livello degli stock delle principali commodity nel determinare un più stabile equilibrio tra domanda e offerta a livello globale. Le previsioni sulla localizzazione dell’aumento della domanda di alimenti mette in evidenza il ruolo dei Paesi Industrializzati nella ricostituzione degli stock internazionali. Questo con il duplice obiettivo di contrastare efficacemente e velocemente le crisi alimentari e di calmierare il mercato nel caso di crisi dei prezzi così da evitare quanto è accaduto nel recente passato. Risulta, quindi, cruciale il mantenimento e l’aumento delle produzioni di beni alimentari anche nei Paesi industrializzati che va perseguita attraverso strumenti differenziati tra cui la salvaguardia dell’utilizzo agricolo delle terre per contrastare la concorrenza derivante dagli usi alternativi, la riduzione ed una più mirata gestione delle misure che sostengono la non-coltivazione dei terreni e l’estensivizzazione generalizzata delle coltivazioni non giustificata da motivi ambientali. Va invece perseguito un nuovo modello che renda compatibile l’incremento della produzione all’interno del rispetto delle risorse naturali nonché l’introduzione di tecniche ecocompatibili capaci di sfruttare la vocazionalità del territori , nel rispetto delle produzioni tipiche e dei modelli di consumo locali.
La lotta alla speculazione
La recente crisi alimentare ha evidenziato il ruolo cruciale della speculazione nei prezzi delle materie prime agricole.
Sui mercati a termine delle materie prime operano due grandi categorie di partecipanti: gli operatori commerciali che gestiscono flussi fisici e gli operatori finanziari attraverso i fondi speculativi, di investimento e sovrani. Mentre la speculazione basata sui fondamentali di mercato contribuisce a facilitare la gestione del rischio e la determinazione del prezzo, l’aumento considerevole dell’attività degli operatori non commerciali negli ultimi anni ha accresciuto il rischio di bolle speculative sui mercati a termine delle materie prime agricole.
L’incremento di attività di questi ultimi ha portato ad un aumento delle contrattazioni fuori borsa, legate ai prodotti derivati, che sono completamente slegate dall’attività agricola e sono meno trasparenti e controllabili.
È necessario, pertanto, potenziare i sistemi di monitoraggio sia dei prezzi agricoli allo scopo di individuare tempestivamente l’approssimarsi di una crisi dei prezzi dei beni alimentari sia delle informazioni derivanti dai sistemi di previsione dei raccolti agricoli a livello mondiale. La ridotta trasparenza delle informazioni in situazione di scalarità temporale dei raccolti mondiali favorisce fenomeni di speculazione, sia sui prezzi, sia sui tempi di immissione del prodotto sui mercati internazionali.
In tale quadro, è quanto mai necessario sostenere la proposta della Commissione Europea (Commissione delle Comunità Europee - Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. I prezzi dei prodotti alimentari in Europa) di esaminare misure per scoraggiare la speculazione a danno degli operatori commerciali sui mercati delle materie prime agricole. La Commissione, infatti, intende esaminare, tra l’altro, con le autorità di regolamentazione dei mercati europei e dei paesi terzi, dove sono localizzate le più importanti borse merci, le misure che possono essere adottare per ridurre la volatilità dei prezzi sui mercati internazionali.
La Commissione propone, inoltre, di effettuare un riesame approfondito del quadro di sorveglianza e di regolamentazione applicato ai principali protagonisti del mercato finanziario, compresi i fondi speculativi.
L’intervento pubblico
In materia di sostegno all’agricoltura, la Commissione Europea ha avviato da tempo un radicale processo di riorentamento al mercato del settore primario e il recente Health Check della Politica Agricola Comunitaria ha dato ulteriore impulso a tale processo, adottando contemporaneamente una serie di misure decisive per aiutare gli agricoltori a reagire alle mutevoli condizioni di mercato. Il ciclo di negoziati commerciale dell’Omc a Doha, inoltre, mira ad aprire i mercati agricoli ai Paesi in Via di Sviluppo in un’ottica di progressiva liberalizzazione degli scambi mondiali.
Anche se al momento, i prezzi dei mercati mondiali, in particolare quello del petrolio e dei prodotti alimentari, sono tornati su livelli più bassi, la volatilità delle quotazioni rappresenta sempre più un fattore cruciale all’interno del sistema economico mondiale dal momento che provoca gravi conseguenze, sia sulla sicurezza alimentare dei nuclei familiari più poveri, sia sulla redditività delle attività agricole nelle aree rurali.
Le previsioni relative alla domanda ed all’offerta di beni alimentari, unite a fattori che ne amplificano la forbice invece che mitigarla, portano a ritenere che senza interventi immediati sull’agricoltura e sui sistemi di agrimarketing, la crisi del 2007 potrebbe diventare nel giro di pochi decenni, una crisi strutturale con gravi conseguenze, non solo sulle relazioni economiche, ma su quelle sociali ed internazionali, con ripercussioni dirette sulla sicurezza e la stabilità politica mondiale. Quanto fin qui esposto evidenzia la necessità di interventi coordinati, sia direttamente sui mercati delle produzioni alimentari, sia sulla ristrutturazione dell’agricoltura nei Paesi Industrializzati ed in quelli in Via di Sviluppo, lasciando intravedere nuove forme e finalità nell’ambito dell’intervento pubblico in agricoltura.
In questo ambito, pertanto, occorre esaminare nuovi strumenti di regolamentazione dei mercati che possano essere gestiti in maniera coordinata a livello internazionale.

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