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IL PRIMO PASSO PER UN NUOVO MODO DI COMUNICARE IL VINO: A MONTE ROSSA, UNA DELLE MIGLIORI GRIFFE ENOLOGICHE DI FRANCIACORTA, IN “IMPRESSIONI DI SETTEMBRE”, LANCIATI NUOVI SEGNALI AL MONDO DEL VINO

“La fase che segue una crisi è la rinascita su basi nuove. Questa regola si applica anche nel mondo del vino e, come già successo, se lo scandalo del metanolo è servito a rilanciare la qualità del vino, l’attuale crisi dei mercati può anche essere il punto di partenza per sviluppare nuove strategie di comunicazione che ci consentiranno di raccontare in modo diverso i nostri prodotti”. Con queste premesse è nata “Impressioni di Settembre”, tavola rotonda per lanciare nuovi segnali al mondo del vino e muovere i primi passi verso un nuovo modo di comunicare, a partire dall’analisi della vendemmia 2009, promossa da Emanuele Rabotti a Monte Rossa, famosa griffe enologica della Franciacorta, dove si sono incontrati e confrontati importanti produttori provenienti da tutti Italia, uniti dal comune intento di affermare l’eccellenza dei loro prodotti legata all’esclusività del territorio italiano e della sua tradizione.

I produttori, in “Impressioni di Settembre”, hanno descritto la “loro” vendemmia 2009 e le sue reali caratteristiche, ignorando punti esclamativi ed enfasi prive di contenuti, luoghi comuni che si trascinano ormai da troppi anni e non danno il giusto valore alle cose, senza gridare alla “splendida annata”, né alla “vendemmia anticipata” come qualità, ma ciascuno descrivendo il suo territorio e valorizzando le differenze tra ogni zona, analizzando il reale stato vendemmiale e evidenziando le aspettative su basi concrete: da Antonio Caggiano (Campania) a Giuseppe Benanti (Sicilia), da Piero Bagnasco di Borgogno (Piemonte) a Maria Teresa e Alessandro Ceci (Emilia Romagna), da Donnafugata (Sicilia) a Maurizio Felluga (Friuli Venezia Giulia), fino a Brigitte e Silvano Zamò di Le Vigne di Zamò (Friuli Venezia Giulia), Giovanni Manetti di Fontodi (Toscana), Riccardo Baracchi (Umbria), Paride Marino di La Valentina (Abruzzo), Costantino Charrère di Les Cretes (Valle d’Aosta), Emanuele Rabotti di Monte Rossa (Lombardia); Elisa Sandri di Pojer&Sandri (Trentino), Santa Barbara (Marche), Francesco Serafini di Serafini e Vidotto (Veneto), Aldo Rainoldi (Lombardia) e Nadia Zenato (Veneto).

“Innanzi tutto occorre uscire dalla logica dalla competizione di forma individuale. La competizione è una molla sana che spinge a migliorarsi - sottolinea Emanuele Rabotti - se viene inserita in un progetto comune di sistema che agisce da moltiplicatore consentirà di avere molti più strumenti per consolidare la propria presenza sul mercato”.

“I media - prosegue Rabotti - danno un contributo fondamentale allo sviluppo del vino italiano; ora occorre che anche noi produttori, investiamo su noi stessi per fare delle proposte nuove e diventiamo trainanti e assertivi. Ci siamo ritrovati, in questa occasione, tra aziende che sentono l’esigenza di un dibattito, di una condivisione di intenti più che della sterile gelosia. Ritrovarci per un confronto sulle nostre identità e valorizzare il territorio come parte di noi stessi può dare un contributo fondamentale alla nostra immagine e spronare a nuovi stili di comunicazione”.

Una degustazione delle uve che i produttori avevano con sé, ha contribuito ad evidenziare ancora meglio le differenze del territorio italiano in tempo di vendemmia, impossibile da generalizzare, con uve “mature per essere vendemmiate” al nord e in alcuni casi lontane ancora dall’essere pronte al sud. I protagonisti di “Impressioni di Settembre” hanno parlato concretamente e sinceramente di difficoltà e successi, di esigenze e di soluzioni. “Questo confronto ha rappresentato un primo passo nel modo di comunicare - conclude Rabotti - un virus che abbiamo lanciato e, speriamo in questo caso, sappia fare molte vittime!”.

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