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USCIRE DALLA CRISI SI PUÒ, MA COME? LA RICETTA DI ANDREA MALFATTI, MANAGER DI TENUTA DI BISERNO, L'AZIENDA BOLGHERESE DEGLI ANTINORI. “I VINI DI ALTA QUALITÀ HANNO RIPRESO AD ESERCITARE APPEAL E QUELLI ITALIANI SUSCITANO INTERESSE NEL MONDO”

Italia
Andrea Malfatti e Lodovico Antinori

Il momento di crisi internazionale ha colpito pressoché tutti i comparti, e, il vino, evidentemente, non ha fatto eccezione. La presa d’atto di questa situazione è ormai, addirittura, banale. Meno immediato il superamento dello stato emergenziale per cominciare a guardare le sfide che attendono le etichette italiane, avviate, prima o poi, a risalire la china, non fosse altro perché gli stock degli importatori esteri o le cantine italiane, ormai sono esaurite. Prova a dare una lettura che guarda al futuro con un certo ottimismo Andrea Malfatti, fresco general manager della Tenuta di Biserno, l’azienda di Piero e Lodovico Antinori, fulcro della ricomposizione di una delle dinastie più blasonate del mondo del vino.
“Ad un anno preciso della conclamata e devastante crisi economica, che ha fatto sentire forti contraccolpi anche a tutto il mondo enologico - spiega Malfatti - possiamo ben affermare che la tempesta non è stata poi così violenta. Certo, la Tenuta di Biserno gode di una situazione privilegiata dovuta al fatto di essere “Antinori & Antinori”, ma un certo risveglio generalizzato sembra sussistere, proprio verso i vini di alta gamma, che sembravano quelli più in sofferenza. Vedo, se mai, rimanere in crisi i vini che mancano di particolare caratterizzazione. Prendiamo la Russia, per esempio, dopo i recenti aumenti dei prezzi dei prodotti energetici, ha immediatamente riattivato i consumi interni, che vanno sicuramente indirizzati verso etichette di vertice, come loro consuetudine. I vini di alta qualità, insomma, hanno ripreso - prosegue il general manager della Tenuta di Biserno - ad esercitare il loro appeal e quelli italiani hanno ripreso a suscitare interesse”. Fondamentale, poi, la presenza sui mercati asiatici più importanti, sempre più determinanti, al recupero delle posizioni perse magari sui mercati storici come quello tedesco o quello statunitense”.
I mercati più importanti dell’Asia dalla Cina ad Hong Kong sembrerebbero però ormai consolidati verso il consumo dei prodotti francesi, almeno stando ai dati, per esempio, dell’Hong Kong Trade Development Council, che vedono la presenza delle bottiglie del Bel Paese su quel mercato con una quota di appena del 2,3%.
“Non considerare le grandi opportunità offerte dai mercati asiatici resta un errore che ancora il mondo del vino italiano sembra ostinato a ripetere - spiega Malfatti - ma su quei mercati l’interesse verso la nostra produzione, evidentemente di alta qualità, esiste ed ha bisogno di essere ben promosso e posizionato. Certo - continua Malfatti - sarebbe molto difficile costruire una rete di broker italiani come quella storicamente esistente dei broker inglesi che vendono per conto delle grandi aziende francesi, ma di sicuro quei mercati restano per noi delle grandi opportunità ancora quasi interamente da sfruttare”.
Una espansione possibile ed anzi auspicabile, dunque, sulla quale però il general manager della Tenuta di Biserno, proveniente da esperienze commerciali nel settore delle biotecnologie nei Paesi dell’area mediterranea e in Sud America, tiene a sottolineare che “Non dico nulla di nuovo, ma bisogna pur ricordare che la pressione competitiva dei Paesi del cosiddetto Nuovo Mondo è molto forte, specialmente in momenti come questi, e vedo specialmente l’Argentina decisamente in ascesa”.

La scheda - Tenuta di Biserno
La Tenuta di Biserno si trova al confine con Castagneto, nel Comune di Bibbona e conta su 80 ettari di vigneti, coltivati prevalentemente a Cabernet Franc e Merlot, ma anche a Syrah, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. Il progetto enologico, firmato da Piero e Lodovico Antinori, prevede anche una cantina d’autore (attesa nel 2011) disegnata da una dei più famosi architetti, Gae Aulenti.
Alla base della piramide produttiva aziendale, l’Insoglio del cinghiale, blend di Syrah, Cabernet Franc e Merlot; il “second vin” della Tenuta è il Pino di Biserno, ottenuto da un uvaggio con prevalenza di Cabernet Franc e Merlot. All’apice della piramide, troviamo il Biserno, generato dall’eccellenza dei migliori grappoli di Merlot e Cabernet Franc, assemblati con una minima parte di cabernet Sauvignon e Petit Verdot, che rappresenta il “grand cru” aziendale, la cui anteprima mondiale è stata realizzata ad Amburgo; l’importante road show proseguirà in tutte le più importanti capitali del mondo, per chiudersi a New York in gennaio 2010.
Info: www.biserno.it

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