02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

VITTORIO MORETTI RACCONTATO DA VITTORIO FELTRI: IN LIBRERIA “L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI VITTORIO”, LA STORIA DEL PATRON DI TERRA MORETTI, CHE HA SAPUTO CONIUGARE EDILIZIA E PASSIONE PER IL VINO. SEMPRE ALL’INSEGNA DELLA QUALITÀ E DELLA BELLEZZA

“L’importanza di chiamarsi Vittorio”, ovvero come raccontare in un libro la storia di un personaggio che è l’archetipo del “self made man” moderno. Con questo titolo Mondadori pubblica un libro scritto da Vittorio Feltri sulla storia di Vittorio Moretti, eclettico imprenditore lombardo che sul concetto di bellezza e di famiglia ha costruito un gruppo di imprese che operano nel settore delle costruzioni, dei vini, degli hotel e delle imbarcazioni. Scritto in forma di dialogo, il volume, presentato a Milano alla presenza dell’autore e del protagonista, ma anche di Vittorio Sgarbi, penna della prefazione, e di Oliviero Toscani, racconta un singolare modo di fare impresa, ispirato da una tensione tutta rinascimentale per l’ordine e la bellezza. Vittorio Moretti, patron di Terra Moretti, ha infatti messo insieme il business per il cemento, di cui è tra i leader mondiali, e la passione per il vino, con tante cantine, da Bellavista a Contadi Castaldi, in Franciacorta, e Petra, in Toscana, e ha unito il diavolo e l’acquasanta nel relais L’Albereta di Erbusco (Brescia), con la cucina di Gualtiero Marchesi e il benessere di Henri Chenot, senza dimenticare la passione (e il successo) nel campo della nautica con la Maxi Dolfin.

La presentazione del libro è stata in realtà un incontro sul tema “Il lavoro e la bellezza. È possibile oggi in Italia fare impresa preservando la bellezza?” Dice Vittorio Moretti: “io non ho mai sentito distanza tra i cantieri edili, la fabbrica dove si impastano i cementi per il prefabbricato, i laboratori dove produciamo strutture in legno lamellare e la valorizzazione di queste terre nel senso di procedere di agricoltura e turismo. Il segreto è nell’equilibrio. Ma l’equilibrio non è qualcosa di statico: esige passione e inventiva, occorre avere uno scopo. E per me è che stiano bene la mia famiglia, gli amici, i compaesani, chi lavora qui, chi viene qui per caso o in visita, e stiano bene la terra, la vigna, il lago, tutti e tutto. Non è una presunzione da Prometeo. Non mi ritengo un dio. Ho ricevuto dalla tradizione e dalla natura, mi sono stati dati dei talenti: me li gioco, senza ansia, senza strozzare me e il prossimo”.

Così, attraverso il procedere degli episodi, si scopre il senso più vero e concreto di termini oggi molto in uso quali “social responsability” e “environmental responsability”. E li si scopre in un’accezione che rimanda alla cultura umanistica, alla ricerca di un punto di equilibrio tra l’uomo e le risorse della terra, tra il fare e il pensare, tra il lavoro e il gioco, l’impresa e l’arte.
La storia di Vittorio Moretti è la storia di un successo tutto italiano, la storia un uomo che ha saputo fare della diversificazione la chiave della sua riuscita, pur mantenendo intatta la sua coerenza, e che intorno a sé e alle sue imprese ha saputo coinvolgere, nella sua vita privata così come nel lavoro, uomini di grande spessore quali Oliviero Toscani (sue molte delle immagini presenti nel libro), Mario Botta, Gualtiero Marchesi, Alain Ducasse, Mattia Vezzola e Gianni Brera, del quale il volume contiene un contributo inedito.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli