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STUDIO AMERICAN ASSOCIATION OF WINE ECONOMISTS: C’È UN CHIARO NESSO DI CAUSA-EFFETTO TRA ALCOL E CRIMINALITÀ … E PER QUESTO IL CONTROLLO SUL SUO CONSUMO VA PRESO SUL SERIO E INSERITO IN QUALUNQUE AGENDA POLITICA

La ricerca dell’American Association of Wine Economists, a cura di Christopher Carpenter & Carlos Dobkin, dal titolo “Regolazione del consumo di alcol e crimine”, di recente pubblicazione (Marzo 2010), mette il dito su una piaga difficilmente contestabile: un corpus consistente di ricerche in economia, criminologia e salute pubblica evidenzia un’associazione tra la disponibilità di alcol, il consumo di alcool, e il crimine, trova ampie motivazioni, espresse anche nella relazione statisticamente significativa tra consumo di alcol e criminalità.
Le forti associazioni osservate tra alcol e criminalità riflettono veri effetti causali del consumo di alcool (farmacologicamente semplificato o meno).
La valutazione finale dello studio è che vi è ampia evidenza per concludere che almeno alcune delle correlazioni ampiamente documentate tra disponibilità di alcool, consumo di alcool, crimine e violenza, rappresentino “veri” effetti causali la cui origine è quella criminale. Ciò sembra particolarmente vero per gli interventi che inducono a cambiamenti molto grandi nel consumo di alcol (per esempio, grandi cambiamenti di prezzo o di disponibilità), così come per le politiche di controllo dell’alcol, che, in effetti, manipola non solo il consumo di alcol, ma anche il potenziale delle interazioni sociali (ad esempio, le ore di chiusura obbligatoria e l’età stabilita dalla legge per bere). Lo studio suggerisce che, nella misura in cui l’ebbrezza svolge un ruolo causale nell’agire criminale, il controllo del consumo di alcool dovrebbe essere preso sul serio e meritare un posto nell’agenda politica.
Info: www.wine-economics.org

Focus - Che cosa è l’American Association of Wine Economists (Aawe)
L’American Association of Wine Economists è una organizzazione didattica no-profit, dedicata alla promozione, alla diffusione e allo scambio di idee sulla ricerca economica del comparto vitivinicolo, sia a livello accademico che a livello aziendale. Malgrado il suo nome non è aperta solo a membri statunitensi. La quota associativa è di 45 dollari all’anno per chi sta fuori dagli Stati Uniti, ed include l’abbonamento annuale al “Journal of Wine Economics”.

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