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DAL 1 MAGGIO NON SARÀ PIÙ NECESSARIO L’ATTESTATO DI CONFORMITÀ PER L’EXPORT IN USA PER IL BRUNELLO DI MONTALCINO. IL MINISTRO GALAN HA FIRMATO IL DECRETO. E “LA NAZIONE” ANNUNCIA LA RICHIESTA DI 6 RINVII A GIUDIZIO DELLA PROCURA DI SIENA

Il Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, ha fatto sapere oggi, in un comunicato stampa, di aver firmato il decreto che stabilisce che, a decorrere dal 1° maggio 2010, non è più necessaria la dichiarazione di conformità del Governo per l’export di Brunello di Montalcino in Usa. A partire dal 23 giugno 2008, infatti, in seguito all’avvio di indegini su presunte non conformità di alcuni Brunello al disciplinare di produzione, si era reso necessario il rilascio, per specifica richiesta delle autorità statunitensi, da parte dell’Ispettorato Centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e repressione frodi, di attestazioni di conformità dell’annata e del marchio ai requisiti del disciplinare di produzione per tutte le partite di vino Brunello di Montalcino Docg dirette negli Usa. L’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau aveva già deciso, dal 29 marzo 2010, di non richiedre più l’attestazione di conformità, in seguito alla risoluzione dei casi di gran parte delle aziende coinvolte.
E proprio oggi “La Nazione” ha dato notizia della richiesta di 6 rinvii a giudizio della Procura di Siena per il “caso Brunello”. La conclusione del lungo iter delle indagini ha portato, infatti, alla formulazione di sei rinvii a giudizio per altrettanti imputati che hanno deciso di non optare per i riti alternativi quali patteggiamenti e abbreviati. Adesso dovranno comparire davanti al Gup di Siena, il prossimo 17 settembre, i rappresentanti legali di due aziende vinicole montalcinesi, due enologi e due esponenti del Consorzio del Brunello di Montalcino. Complesso il capo d’imputazione contestato. Il Pubblico Ministero imputa ad uno dei funzionari del Consorzio il reato di “falso ideologico”, in quanto, nel periodo 2004-2007, in fase di verifiche ai vigneti di una delle aziende in questione, avrebbe in taluni casi classificato come “non conformità lievi” alcune gravi irregolarità, su tutte l’utilizzo di uve diverse da Sangiovese, in violazione del disciplinare di produzione del Brunello. Per quanto riguarda uno dei due enologi e l’altra azienda coinvolta, la Procura è convinta che non abbia rispettato i disciplinari di produzione e, in concorso con il legale rappresentante di una nota azienda vitivinicola e del funzionario del Consorzi,o abbia “presentato denunce di produzione in cui si rivendicava la denominazione Brunello di Montalcino, benché tutti fossero assolutamente consapevoli del mancato rispetto del disciplinare di produzione”. Infine l’altro enologo deve rispondere di false informazioni al pubblico ministero.

Focus - Patrizio Cencioni, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino: “Grazie a Galan e al Ministero. Torniamo a parlare di vino”
“Il mercato degli Usa è di vitale importanza per il Brunello di Montalcino. Non possiamo che esprimere la nostra piena soddisfazione per la firma di oggi del Decreto che chiude definitivamente la “questione Usa””.
Con queste parole Patrizio Cencioni, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, commenta la comunicazione ufficiale del ministro delle Politiche agricole Gianfranco Galan.
“Ringraziamo il Ministro Galan e tutto il Ministero per l’interesse vivo che continuano a dimostrare per la nostra terra e per il nostro vino - conclude Cencioni - si tratta di un ulteriore passo avanti che ci auguriamo contribuisca a far sì che stampa, operatori del settore e cittadini si lascino alle spalle vecchie questioni per ricominciare a parlare finalmente di vino”.

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