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I MIEI PRIMI 60 ANNI, DALLE 240.000 LIRE PER LA PRIMA CASCINA AI VIAGGI ALL’ESTERO PER FAR CONOSCERE IL VINO DEL PIEMONTE: NARRATORE D’ECCEZIONE, MICHELE CHIARLO IN “MICHELE RACCONTA”, PER “LASCIARE UNA TRACCIA, MA ANCHE PER INDICARE UNA STRADA”

I miei primi 60 anni, ovvero il racconto in prima persona della vicenda personale e sociale di un uomo e di un produttore, di pari passo con quella di una delle realtà vitivinicole più importanti in Italia, per “lasciare una traccia, ma anche per indicare una strada”, dalle 240.000 lire per comprare la prima cascina semi abbandonata ai viaggi all’estero per far conoscere il vino piemontese: narratore d’eccezione è Michele Chiarlo, firma storica dell’enologia piemontese, in “Michele racconta. Storia di una famiglia del vino in Piemonte”, volume n. 2 dell’originale collana Semidivite, ideata dallo stesso carismatico autore per avvicinare il mondo del vino a quello dell’arte, celebrando attraverso queste due grandi ricchezze dell’uomo, il territorio piemontese (info: www.chiarlo.it).

“Sono convinto - spiega Michele Chiarlo - che compito di un’azienda vitivinicola di qualità come la nostra sia anche quello di raccontare le sue origini e la sua storia, testimoniando il territorio in cui opera. Non solo esprimendone le migliori potenzialità attraverso i vini, ma illustrandone il paesaggio, la storia, le tradizioni. Un ruolo importante, di custodia della memoria e di testimonianza della cultura materiale”.

In “Michele racconta” - a cura di Giovanni Ruffa, coordinatore della collana Semidivite, e di Paola Gho - sono condensati tutti i temi e gli affetti che hanno guidato Michele Chiarlo lungo l’arco della sua storia di uomo e di produttore. Il racconto, evocativo e preciso, procede parallelo: da un lato la vicenda familiare radicata tra le colline del Monferrato e delle Langhe, dall’altro la vita sociale, le usanze, le tradizioni, i sapori ed i colori del territorio piemontese, di cui Chiarlo si fa portavoce, consapevole però di essere parte di una realtà ben più grande da far conoscere e scoprire. Il risultato, è una vera e propria avventura lunga un secolo, dall’infanzia povera nel Piemonte contadino di inizio ’900, alle 240.000 lire con il cui il padre Pietro comprò la prima cascina semi abbandonata, passando dagli anni in cui si raccoglievano da terra gli acini caduti, ai figli alle prese con la potatura di interi grappoli nei primi diradamenti, fino ai viaggi all’estero per portare il vino piemontese sulle tavole in cui ancora non si conosceva, e allo stesso Michele e al suo progetto di unire il vino con l’arte e l’arte con il vino.

Il tutto, accompagnato dai migliori scatti di dieci fotografi chiamati ad immortalare le ultime dieci vendemmie, per raccontare come dai frutti della terra nascono grandi vini. “L’idea di raccontare la vendemmia per immagini cominciò nel 1997 - scrive Chiarlo nella presentazione del libro - da allora, ogni anno è stato chiamato un fotografo che registrasse con il suo punto di vista e il suo gusto il gesto finale di un anno di lavoro sulla terra”. Ora “la collana di libri Semidivite - prosegue Chiarlo - vuole essere, dopo la realizzazione del parco artistico “Orme su La Court” (il parco artistico nel vigneto creato dalla famiglia Chiarlo a Castelnuovo Calcea (Asti), che ospita le scenografie di Lele Luzzati e le opere di altri importanti artisti, ndr) il tassello ulteriore di un impegno che ambisce a portare l’arte sulle nostre colline, tra filari e cascine, insieme a questo volume, che racconta l’ormai lungo percorso della nostra azienda e la illustra, con immagini dei vigneti dove nascono i nostri vini e di momenti del lavoro agricolo”. Della collana Semidivite fa parte anche il volume “Il segno dei filari arancioni. Opere di Gian Carlo Ferraris per Michele Chiarlo. Pittura e grafica in etichette e manifesti”, un percorso tra parole ed etichette disegnate dal pittore Giancarlo Ferraris, che, da oltre venti anni, “veste” con le sue opere le bottiglie dell’azienda piemontese.

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