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MADE IN ITALY: + 34 % SPUMANTE ITALIANO IN FRANCIA NEL 2010. LO DICE LA COLDIRETTI. CHE SPIEGA: “GOL FUORI CASA CHE CONFERMA LA CRESCITA DEL MADE IN ITALY SULLE TAVOLE MONDIALI”

In controtendenza alla crisi, si registra un aumento del 34% del valore delle esportazioni di spumante italiano in Francia, nel 2010, che sono in realtà solo l’espressione più evidente della crescita sulle tavole di tutto il mondo del Made in Italy alimentare che svolge un effetto traino per la ripresa dell’intera economia: emerge dal Forum Internazionale della Coldiretti, a Bruxelles, dove è stata presentata l’analisi sul consumo di prodotti alimentari italiani nel primo bimestre 2010, che evidenzia una affermazione sui mercati mondiali dei prodotti base della dieta mediterranea, con un aumento in quantità del 14% nelle esportazioni di ortofrutta, del 15% del vino e addirittura del 21% per l’ olio di oliva.

Se far bere spumante ai francesi è un po’ come vendere i frigoriferi agli eschimesi, tra le statistiche - sottolinea la Coldiretti - non mancano altri risultati sorprendenti come la forte crescita dei consumi di formaggi italiani in Francia (+13%) considerata storicamente la patria della produzione casearia, per effetto soprattutto dei due prodotti simbolo del tricolore quali il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Ma ci sono anche - continua la Coldiretti - l’aumento dell’8% delle bottiglie di vino italiano spedite in Gran Bretagna dove tradizionalmente si consuma birra e le spedizioni di grappa che addirittura triplicano in Russia.

In media - prosegue la Coldiretti - le esportazioni di prodotti alimentari sono cresciute nel mondo del 6 per cento in quantità per effetto di un aumento di poco più dell’1% nei Paesi extracomunitari e di oltre il 7% nei Paesi comunitari. Sul risultato non si evidenzia, quindi, ancora l’impatto positivo che potrà avere la rivalutazione del dollaro nei confronti dell’euro sulle esportazioni di paesi come gli Stati Uniti che rappresentano un importante mercato di sbocco per le produzioni agroalimentari Made in Italy. Gli Usa sono, infatti, il secondo Paese, dopo la Germania, di destinazione del vino italiano e dopo il calo del 3% del 2009 nelle bottiglie spedite si è registrato nel 2010 un incoraggiante aumento del 9%.

I segnali positivi sui mercati esteri, ai quali si aggiunto l’aumento record del 3,7% nelle vendite al dettaglio in Italia dei prodotti alimentari nel Marzo 2010, non si sono, però, trasferiti alla produzione dove le imprese agricole devono affrontare un calo del 4,5% dei prezzi in campagna ad aprile secondo i dati Ismea che registra, tra gli altri, cali del 29% per la frutta, del 5% per i cereali, del 4% per gli ortaggi e per i vini.

Una situazione che rischia, invece, di provocare l’abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare con pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi che diventano euro al consumo e con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale - spiega la Coldiretti - i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. La Coldiretti sta promuovendo un progetto per una filiera agricola tutta italiana con l’obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire in Italia e all’estero prodotti alimentari al 100% italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo attraverso la rete di consorzi agrari delle cooperative e delle imprese agricole.

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