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ALLARME CINGHIALI IN CHIANTI: DANNI INGENTI AI VIGNETI MA NESSUNA SOLUZIONE IN VISTA

Il Chianti è invaso dai cinghiali, ma non solo: caprioli, cervi, daini e addirittura un piccolo branco di lama, tutti a pascolare tranquillamente nei vigneti di uno dei vini più famosi del mondo, con gravi danni per i produttori. Oltre che l’uva da vino, i problemi riguardano anche i boschi cedui, resi praticamente sterili dal pascolo di migliaia di ungulati che si cibano della nuova vegetazione, e perfino l’uomo, esposto alla sindrome di Lyme portata dalle zecche degli animali. Secondo gli agricoltori, si tratta di un problema politico, in quanto questi animali, assenti dal Chianti da molti secoli, sono stati introdotti dalle pubbliche amministrazioni, con motivazioni pseudo-naturalistiche e con conoscenze spesso errate. Ne è un esempio il capriolo, per i quale era previsto un periodo di insediamento di almeno 50 anni e che, in pochissimo tempo, è, invece, sfuggito ad ogni controllo. Paolo Socci, che ha lanciato l’ennesimo allarme, è il proprietario della Fattoria di Lamole, posta in una delle più interessanti “sottozone” del Chianti Classico, nel territorio di Greve in Chianti. L’azienda ha una superficie a vigneto in produzione di 2 ettari, sottoposti ad una opera di minuzioso restauro, che ha richiesto ben 7 chilometri di muri a secco, per riprodurre gli antichi terrazzamenti, tipici della produzione della zona.

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