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L’ITALIA DEI CAMPANILI SI UNISCE A TAVOLA: IL CIBO PRIMO SIMBOLO DELL’IDENTITÀ NAZIONALE. COSÌ COLDIRETTI IN ASSEMBLEA OGGI A ROMA. FOCUS - GLI INTERVENTI DEI MINISTRI DELL’AGRICOLTURA GALAN, DELL’ECONOMIA TREMONTI, E DEL LAVORO SACCONI

L’Italia dei tanti campanili si unisce a tavola: per gli italiani il cibo è l’aspetto più rappresentativo
dell’identità nazione. Lo dice il sondaggio di Coldiretti, in assemblea a Roma. Con oltre il 50% dei voti, il cibo batte arte e cultura (24%), moda (11%), e straccia addirittura il calcio (2%). Ma oggi, all’assemblea dell’organizzazione agricola, si è cercato di fare il punto sul presente e sul futuro dell’agricoltura italiana, che rappresenta il 15% del Pil nazionale, con un valore di 250 miliardi e 900.000 imprese. Un settore che sembra aver retto meglio di altri la crisi, ha detto il Ministro dell’Economia Tremonti, che per l’agricoltura dice “no alla follia del mercato comunque e dovunque. Io credo nell’agricoltura europea. Non possiamo chiedere autarchia e isolamento ma non possiamo neanche subire la follia del mercato a ogni costo”. E per il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, che ha richiamato l’attenzione su tutti i problemi dell’agricoltura, dalla tracciabilità dei prodotti alla lotta alla contraffazione, “l’unica leva possibile per il Made in Italy agroalimentare è quella di essere diversi perché migliori. La nostra diversità dipende dalla capacità di legarsi con il nostro più grande ed inimitabile patrimonio: i territori, le identità, lo straordinario paesaggio fatto di ambiente storia e cultura, il nostro cibo ed i suoi primati in termini di sicurezza ambientale, sociale e sanitaria. La Coldiretti ha scelto una strategia fondata su altri tre capisaldi con valenza economica e sociale: trasformare le nostre materie prime agricole in cibo per aumentare il potere contrattuale nella filiera e sfuggire alla morsa delle speculazioni sulle materie prime stesse”. Ecco l’obiettivo del progetto “La filiera agricola tutta italiana... vince il Paese vero”, che è piaciuto anche al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E anche al Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, “folgorato sulla via di Damasco”: “ora avete un alleato più convinto delle sue decisioni nel sostegno al vostro progetto. Il “Km 0” è un’invenzione straordinaria”.

Focus - Il presidente Coldiretti Marini: “la leva competitiva del made in Italy è la diversità. Tre i capisaldi della strategia Coldiretti”; e ancora: “c’è un caso italiano nell’agroalimentare. Le difficoltà delle imprese agricole sono il frutto di un mercato senza etica. La politica scelga tra serietà e furbizia e il conflitto stato-regioni non danneggi le imprese”

“L’unica leva competitiva possibile per il Made in Italy agroalimentare è quella di essere diversi perchè migliori”: è quanto sottolinea il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’assemblea nazionale, secondo il quale “il futuro della nostra agricoltura sarà nell’essere diversi e migliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili”. Per Marini esiste “un caso Italia, come dimostra il fatto che, nonostante i successi dell’agroalimentare, per l’Eurostat dal 2000 al 2009 i redditi agricoli reali sono diminuiti del 36%, contro una crescita del 5,3% nell’Ue. Solo tra 2008 e 2009, Eurostat indica la contrazione in Italia pari al 21% rispetto ad una contrazione media dei redditi agricoli dell’11,6% nell’Ue”. E ancora: “le difficoltà delle imprese agricole sono il frutto dello stesso arretramento dell’etica sociale nel mercato. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, onestà e trasparenza, che ha generato la crisi internazionale ed ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi”. Alla politica, dice Marini, “chiediamo di saper scegliere tra chi investe, si impegna e innova e chi fa il furbo e vive di rendita” e, ricordando che sono pari a circa 250 milioni di euro i trasferimenti per l’agricoltura alle regioni a statuto ordinario, “occorre fare attenzione che il conflitto in atto tra governo e regioni non danneggi le imprese impegnate in settori come l’agricoltura, le cui competenze sono state da tempo completamente trasferite a livello regionale”.

Una diversità, quella del made in Italy che, precisa Marini, dipende dalla capacita di legarsi con il più grande ed inimitabile patrimonio di territori, identità, storia, cultura e cibo, ed i suoi primati in termini di sicurezza ambientale, sociale e sanitaria. “Il problema - spiega Marini - è non farsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm. Sarebbe bene che anche gli altri settori dell’economia trovassero ancoraggi forti per farsi riconoscere quella diversità in mancanza della quale siamo destinati a competere sui costi, con il rischio della delocalizzazione e di nuova povertà sociale”. Tre i capisaldi su cui si fonda la strategia scelta da Coldiretti, secondo il presidente Marini: “trasformare le materie prime agricole in cibo per aumentare il potere contrattuale nella filiera e sfuggire alla morsa delle speculazioni sulle materie prime stesse; costruire un modello di rappresentanza di filiera che coinvolge cooperative e consorzi, perché il cibo deve arrivare sino agli scaffali, altrimenti il nostro ben fare serve alle grandi marche solo per gli spot televisivi, mentre noi vogliamo firmare i nostri prodotti mettendoci la faccia; il nostro è un progetto intriso di etica sociale, cibo come diritto, responsabilità del fare, trasparenza della filiera, interesse e aspettative della gente come priorità, un progetto che rida dignità al settore che deve essere pesato ben oltre e più di quanto tendono a dire i parametri economici. Questo approccio fa cambiare pelle alla Coldiretti che è diventata una forza sociale a tutto tondo che parte dagli interessi dei consumatori e diviene soggetto politico e interlocutore credibile delle istituzioni, sulla base di un progetto di crescita per l’intero paese”.

Per il presidente della Coldiretti, “la situazione di difficoltà dell’agricoltura italiana non dipende solo dalla crisi generale ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali sono sottoposte giornalmente le nostre imprese: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio il cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori”. Gli “leffetti drammatici” di un mercato senza etica, sottolinea Marini, “sono legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole e vanno dalle speculazioni sulle materie prime agricole al furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi più poveri, il cosiddetto land grabbing, fino alle grandi bugie sul potere salvifico degli Ogm, la cui diffusione sotto il pressing delle multinazionali è aumentata insieme al numero degli affamati”.

Nell’appello rivolto alla politica, il presidente della Coldiretti sottolinea che “non si può concedere, come purtroppo è successo, il titolo di Cavaliere a chi è cresciuto sfruttando all’estero l’immagine del made in Italy costruita con il lavoro nei campi italiani di centinaia di migliaia di imprenditori agricoli, ai quali non è stato concesso alcun riconoscimento. La politica non deve essere né notaio né mediatore ma deve assumersi la responsabilità di decidere: tra le lobby e i cittadini, come nel caso degli Ogm e dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti, dove è molto chiaro dove sta la volontà popolare; tra imprese e rendita, sia nella destinazione delle risorse come quelle della Politica Agricola Comune (Pac) e dei Piani di Sviluppo Rurale (Psr), sia nel sostegno ai progetti, distinguendo quelli che portano lavoro e sviluppo al territorio da quelli dietro i cui grandi numeri si nasconde la volontà di delocalizzare; tra le cose dichiarate e le cose fatte. Abbiamo apprezzato il percorso di semplificazione avviato nel mercato del lavoro con i voucher ma si può fare di piu’ e occorre proseguire nella sburocratizzazione valorizzando la sussidiarietà; tra il vero e il falso, rendendo ad esempio subito noti i dati secretati sulla destinazione delle importazioni agroalimentari da paesi extracomunitari. Va premiata l’onesta e la trasparenza e la politica e la pubblica amministrazione devono dare il buon esempio. Ci sono ancora troppe anomalie che il Paese non merita”.

“Da parte nostra - prosegue Marini - ci impegniamo a rimboccarci le maniche come dimostrano i passi da gigante che abbiamo fatto in un anno nel nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmer’s market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al 100% italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Le prime dieci cose fatte nell’ambito del progetto - continua Marini - riguardano dal via al più grande circuito europeo di farmer’s market alla nascita, con Consorzi Agrari d’Italia (Cai), della prima e più importante holding italiana degli agricoltori, dalla commercializzazione della prima pasta dei coltivatori italiani all’avvio della prima e più grande società di trading europea dei cereali di proprietà degli agricoltori, dalla sottoscrizione del più grande contratto europeo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da biomasse tutte italiane all’accreditamento di circa mille nuovi punti di vendita diretta di Campagna Amica al mese”.

Focus - Il Ministro dell’Agricoltura Galan: “impegno a tagliare la burocrazia per gli agricoltori. Da oggi avete un alleato in più per il vostro progetto”

“Liberare gli agricoltori dalla burocrazia consente di recuperare il 6% di risorse per il settore”. Così il Ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan, che lanciare questo impegno da parte del Governo all’assemblea Coldiretti. “C’è una tassa occulta in capo agli agricoltori, qualcosa che vale il 6% del fatturato e che sono risorse pronte a essere liberate se liberiamo gli imprenditori agricoli da carte, balzelli, timbri. Lo dobbiamo fare, non è impossibile da fare”. Il Ministro ha insistito molto sulla questione risorse, in particolare sul -36% dei redditi in pochi anni per i coltivatori. “Quando ho assunto l’incarico sapevo che non sarebbe stato facile, che l’agricoltura italiana non navigava nell’oro, ma mai avrei pensato che il vostro reddito era calato del 36% in pochi anni, non me lo sarei mai aspettato, davvero”. Ma ha anche detto che, anche se sarà difficilissimo, intende dare “un futuro a chi lavora nei campi, alle nuove generazioni, che equivale a un sogno”. Galan ha quindi elencato i punti di forza dell’agricoltura: il prodotto che va difeso dalle imitazioni e dalle truffe, il marketing, i punti vendita, il progetto della filiera corta della Coldiretti e il paesaggio che vale milioni di euro e che si mantiene grazie alla fatica degli agricoltori. “Sul tavolo - ha aggiunto Galan - c’è un grande progetto, quello della filiera corta tutta italiana. E quella del chilometro zero è un’invenzione straordinario. Ora avete un alleato più convinto delle sue decisioni nel ministro dell’Agricoltura. Nel sostegno del vostro progetto. Viva i coltivatori italiani”.

Focus - Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti: “no alla follia del mercato comunque e dovunque. L’agricoltura non è come l’industria, costruisce l’identità di un popolo”

No alla logica di mercato comunque e dovunque in agricoltura. Ecco il pensiero del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Nell’agricoltura - ha affermato - c’è patrimonio nell’accumulazione non di valore, ma di etica. Per questo è diversa da altri settori come l’industria dove puoi spostare capitali e impianti. In agricoltura non si delocalizza. Se va giù per rimetterla in piedi ci vogliono decenni. Per fare l’agricoltore non basta la tecnica, serve esempio, storia, sapienza ed esperienza”. “Inoltre, l’industria non fa l’identità di un popolo, di uno Stato, di una Nazione; l’agricoltura, invece, è esattamente questo. Produce cibo, che è la prima e più profonda forma di cultura, produce paesaggio che è identità e forma di valori. Se viene meno l’agricoltura si indebolisce l’anima del Paese e di un popolo”. Inoltre, ha aggiunto, “io credo nell’agricoltura europea. Non possiamo chiedere autarchia e isolamento ma non possiamo neanche subire la follia del mercato a ogni costo. Ci vuole equilibrio. Non credo alla follia del mercato applicato comunque e dovunque”.

Focus - Coldiretti: in campagna, 100.000 opportunità di lavoro per i giovani in estate. Il Ministro Sacconi: “nella crisi occupazionale, l’agricoltura ha dato un segnale molto interessante”

Dalla raccolta di frutta e verdura alla vendemmia, la campagna in estate offre lavoro a quasi 100.000 giovani tra i 18 e i 27 anni, e molto diffusa è anche la presenza di giovani extracomunitari che rappresentano quasi il 15%. E’ quanto emerge da uno studio presentato dalla Coldiretti, riunita in Assemblea Nazionale a Roma, in occasione della diffusione dei dati Istat sulla disoccupazione a maggio 2010. Per la Coldiretti è una realtà diffusa in tutta la Penisola, grazie anche al fatto che i ragazzi regolarmente iscritti ad un ciclo di studi possono essere remunerati con i voucher e l’agricoltura è tra i settori che più utilizzano questa opportunità: il 18% trova lavoro in Puglia, ma anche in Sicilia (13%), Calabria (12%), Campania (7%), Emilia Romagna (8%), Veneto (6%), Lombardia (5%), Trentino (5%), Toscana (6%) e Lazio (4%). In un contesto di crisi occupazionale, “l’agricoltura ha dato un segnale molto interessante - sottolinea il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi - perché nonostante la caduta di oltre il 20% del reddito agricolo, l’occupazione ha tenuto”.

Secondo la Coldiretti, il lavoro in agricoltura in estate rappresenta un’occasione per giovani disoccupati, ma anche per studenti che vogliono integrare il proprio bilancio, poiché la fine della scuola coincide con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne dove iniziano le attività di raccolta di verdura e frutta come ciliegie, albicocche o pesche, fino alla vendemmia nel mese di settembre. Ad incoraggiare questa opportunità, sottolinea la Coldiretti, è soprattutto il fatto che, con la nuova normativa, dal 1 giugno i giovani dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi possono lavorare durante l’estate ed essere remunerati con voucher, i buoni lavoro che comprendono già la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. “E l’agricoltura, insieme al turismo ed ai servizi - spiega la Coldiretti - è il settore che più utilizza questa opportunità per agevolare l’accesso di studenti, pensionati e casalinghe ad un’esperienza di lavoro e di integrazione al reddito assicurando trasparenza al rapporto. Un’opportunità che attraverso la semplificazione delle procedure ha permesso di ottenere importanti risultati nella lotta al lavoro sommerso”. Con i buoni prepagati, sottolinea il Ministro Sacconi, i giovani “si formeranno lavorando e allo stesso tempo concorreranno all’economia agricola”.
E anche in questo senso, arriva l’impegno di Sacconi Per estendere i voucher anche alla regolazione dei rapporti di lavoro nei farmer’s market.

Focus - Coldiretti vara “Filiera agricola italiana”, società a tutela del grano made in Italy

Nasce, sotto l’egida di Coldiretti, la più grande società di europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori, al fine di combattere le speculazioni e garantire l’origine del grano utilizzato nella pasta e nel pane italiani. È “Filiera agricola italiana”, alla quale aderiscono 18 Consorzi agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, una società di servizi di Legacoop e Consorzi agrari d’Italia. Il suo compito principale sarà quello di gestire la contrattualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tutto il Paese, in modo tale da controllare l’origine del grano e contrastare efficacemente le speculazioni, che hanno portato il prezzo del grano, negli ultimi tre anni, ad oscillazioni del 200%. I dati Coldiretti dicono che il prezzo del pane ha continuato la sua ascesa anche nel primo trimestre 2010: +2,1%, e questo nonostante il prezzo del grano tenero abbia subito un tracollo del 7,1% nello stesso arco di tempo. “Oggi - rende noto Coldiretti - un chilo di grano è venduto su valori simili a quelli di vent’anni fa, al prezzo di circa 16 centesimi, mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 2,65 euro al chilo, con un ricarico del 1.500%”.

La curiosità - Coldiretti: nasce “wellness” con prezzemolo, patate & Co

La ricerca del benessere con prodotti naturali ha favorito lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali nelle campagne fondate sulla coltivazione e sulla lavorazione di prodotti agricoli e di erbe aromatiche, ma anche sull’offerta di nuovi servizi di wellness da parte delle aziende agricole che si fondano spesso sulle esperienze e sulle antiche ricette del passato del passato. E’ quanto è emerso all’assemblea della Coldiretti, dove nell’ambito del “Salone dell’innovazione nella tradizione” sono stati presentati alcuni rimedi per la cura del corpo e per il benessere che sembra essere irrinunciabile per 3 italiani su 4 anche in tempo di crisi: dal bagno anti stanchezza al rosmarino all’impacco per occhi stressati dal computer, dalle maschere antirughe alla patata a quella contro le occhiaie a base di miele.

Di fronte ai crescenti rischi per la salute o, più semplicemente, per la voglia di recuperare uno stile di vita più naturale ritornano, sottolinea la Coldiretti, i trucchi della nonna nella cura della bellezza che, con maschere, lozioni e balsami, fanno registrare un vero boom. Se molte delle soluzioni proposte possono essere facilmente provate direttamente a casa non mancano, continua la Coldiretti, aziende agricole che, trasformate in “beauty farm”, offrono servizi innovativi anche durante l’estate come i bagni nel fieno o nei mosti di vino. Sul mercato cresce anche l’offerta di agro cosmetici, spesso proposti dalle stesse aziende agricole, che si trovano sempre più di frequente anche sugli scaffali di profumerie, beauty-center e farmacie. E, precisa la Coldiretti, le curiosità non mancano come la linea di bellezza al vino Amarone che comprende dopobarba, crema nutriente viso, saponetta e crema fluida per il corpo, a quella all’olio di oliva con crema idratante viso, crema fluida per le mani, shampoo doccia, crema antirughe viso, crema fluida per il corpo e saponetta fino alla linea cosmetica al latte d’asina con spuma latte, shampoo doccia, crema per il viso e saponette.

Non mancano le opportunità anche per chi, pur avendo uno stile di vita frenetico, non vuole rinunciare ad una alimentazione fondata sul consumo di prodotti genuini. Latte, carne, frutta, verdura e salumi a chilometri zero del territorio possono essere ora acquistati direttamente attraverso un distributore automatico self service senza recarsi per forza in cascina. La prima slot machine a km zero presentata dalla Coldiretti può arrivare a contenere fino a trenta diverse referenze provenienti però esclusivamente dal territorio circostante e rientra nell’ambito del progetto per una filiera agricola tutta italiana. Si tratta di una innovazione che consente di rendere piu’ facilmente accessibili i prodotti locali per i quali si registra un crescente interesse da parte dei consumatori. Un’opportunità per favorire il consumo di cibi freschi e genuini che, continua la Coldiretti, non hanno dovuto subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti e per questo riducono l’emissione di gas ad effetto serra a vantaggio dell’ambiente. Secondo un’indagine della Customized research and analysis, oltre la metà degli italiani con più di 14 anni utilizza per acquisti le macchinette automatiche, di cui il 21% una o più volte alla settimana.

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