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QUANDO UNA GRANDE CANTINA GUARDA AD UNA “CHICCA” ENOLOGICA ... NASCE JOINT VENTURE CHE METTE INSIEME FORZA DISTRIBUTIVA INTERNAZIONALE E UNA PICCOLA PRODUZIONE DI ECCELLENZA: LA CASE HISTORY E’ CASTELLO BANFI-PALARI

Quando una grande cantina guarda ad una “chicca” enologica, nasce una joint venture che mette insieme la forza distribuitiva internazionale ed un’offerta che punta alla piccola produzione di eccellenza: e se da un lato la distribuzione si arricchisce di nuove proposte capaci di incontrare gusti ed esigenze di target diversi di enoappassionati, dall’altro, si aprono nuovi mercati e nuove possibilità per le piccole realtà dell’Italia enoica. Case history d’avanguardia per il mondo del vino italiano, è la Castello Banfi, leader del Brunello di Montalcino in Italia e nel mondo e già distributore di etichette straniere come lo champagne Joseph Perrier, le cilene Concha y Toro e Punta Nogal, e il canadese Inniskillin, che, con la distribuzione completa in Italia e a livello internazionale nei mercati di tutto il mondo, dei vini di Palari, cantina siciliana da 50.000 bottiglie all’anno, inizia un nuovo cammino a fianco dei piccoli produttori di qualità dei territori del Belpaese.

Un progetto che guarda a quelle cantine di “nicchia”, espressioni autentiche del loro territorio e posizionate, per valore e prestigio, già in una fascia medio alta, e che “da un lato mira ad allargare l’offerta distributiva di Banfi - spiega il direttore generale Enrico Viglierchio - e dall’altro ad aiutare le piccole produzioni di qualità dell’Italia enoica che, pur essendo ai vertici della qualità, hanno strutturalmente meno risorse e una massa critica poco efficace per essere competitive sul mercato italiano ed internazionale”.

“E’ importante che sia proprio la Castello Banfi a distribuire i nostri vini - sottolinea Salvatore Geraci, alla guida della cantina Palari - azienda altamente strutturata e in grado di garantire una distribuzione capillare delle nostre etichette in tutto il mondo, che per noi è fondamentale”. Ma anche per far fronte alle esigenze di un consumatore sempre più consapevole ed attento, che anche per il quadro economico generale decisamente più difficile e competitivo rispetto al passato, sta velocemente cambiando strategie di consumo, e vuole non più solo il grande marchio, ma, allo stesso tempo, il prodotto ricercato e di territorio. Da una parte la regionalizzazione dei consumi e la maggior competenza dell’appassionato, infatti, indirizzano sempre più le scelte su vini che esprimono un profondo legame con il territorio; dall’altra l’aumentata competitività generale, con sempre più player ad affollare il mercato, impongono sia alle grandi che alle piccole cantine la necessità non più rinviabile, di un servizio più efficiente e di un’offerta più articolata e “globale”.

E così, alle tre etichette della cantina siciliana, Faro Palari, Rosso del Soprano e Santa Né, si aggiungeranno in futuro altri vini, sempre complementari all’offerta di Banfi, accomunati dall’alta qualità. E se, tra le zone italiane più vocate - sono per ora escluse la Toscana e il Piemonte, dove Banfi ha già le sue etichette in un caso, e quelle di Vigne Regali nell’altro - si guarda soprattutto ai territori da cui nascono grandi bianchi, in particolare nel Nord Italia, per migliorare ancora la varietà dell’offerta della griffe della famiglia Mariani.

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