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VINITALY WORLD TOUR CAMBIA PELLE: NUOVA FORMULA DI SCENA IL 25 OTTOBRE AL “VINITALY DAY AT EATALY”, NEL NUOVO STORE DI NEW YORK DI OSCAR FARINETTI INAUGURATO OGGI. L’ANNUNCIO DEL DIRETTORE DI VERONAFIERE, GIOVANNI MANTOVANI ... FOCUS - EATALY AL VIA

Vinitaly in the World cambia format a partire dal “Vinitaly Day at Eataly”, di scena il 25 ottobre prossimo a New York nella nuova sede di Eataly, inaugurata oggi tra la Fitfth Avenue e la 23rd Street. L’appuntamento sarà l’occasione per il lancio della nuova formula di Vinitaly in the World, il tour promozionale per i vini, l’olio e i prodotti tipici di qualità italiani che, da oltre 10 anni Vinitaly, rassegna leader mondiale del settore, di scena a Verona (nel 2011, dal 7 all’11 aprile), organizza nelle più importanti piazze internazionali: dagli Usa alla Cina; dall’India alla Russia, al Giappone (www.vinitaly.com). Lo ha annunciato oggi da New York il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, presente con il patron di Eataly Oscar Farinetti all’inaugurazione del superstore della cucina italiana, dove si farà anche cultura del prodotto made in Italy.
“Abbiamo incontrato tutte le più importanti aziende vinicole italiane, di grandi e medio piccole dimensioni - ha sottolineato Giovanni Mantovani - per meglio focalizzare ed aggiornare le loro esigenze sui mercati esteri. Il 25 ottobre, il “Vinitaly Day at Eataly” rappresenterà la prima tappa del rinnovato tour che incentra la propria attenzione su tre filoni principali: formazione rivolta al business building e tarata secondo le esigenze sia delle aziende già presenti sul mercato Usa, sia di quelle che ancora non esportano negli Stati Uniti d’America; incontro con buyer selezionati e appositamente invitati con un’azione di direct marketing per un matching one to one; apertura serale ai consumatori con un evento di beneficenza di alto profilo dedicato all’American Cancer Society. Il tutto in un’unica giornata di lavoro per ottimizzare tempi e risorse, con un investimento mirato in comunicazione e media relations e con la partnership del WineEnthusiast Magazine”.
“Sarà il primo grande evento di promozione per il vino italiano - ha aggiunto Oscar Farinetti - che ospiteremo a Eataly. La collaborazione con Vinitaly rappresenta un forte richiamo per gli operatori e i consumatori, molto esigenti, curiosi e sempre più attratti dal made in Italy enogastronomico, oltre ad essere un’ottima occasione per dimostrare la capacità degli imprenditori italiani di fare sistema all’estero e di offrire le eccellenze dei nostri prodotti, salubri e di grande qualità, a prezzi sostenibili”.
Il Vinitaly US Tour (www.vinitalytour.com) farà poi tappa in città vicine a New York quali Philadelphia (27 ottobre) e Washington (28 ottobre) per due eventi, uno prettamente promozionale-commerciale e l’altro di alto livello istituzionale.
Vinitaly US Tour vede la collaborazione, oltre che del Ministero Politiche Agricole, di Buonitalia Spa ed Ice (Istituto per il Commercio con l’Estero) e rappresenta anche la prima tappa dopo il recente annuncio dell’accordo tra il Ministero e Veronafiere che prevede la possibilità per consorzi, associazioni e singole aziende vitivinicole di inserire nei progetti nazionali e regionali di promozione all’estero, in parte finanziati con dalla nuova Ocm vino, anche la partecipazione a tappe del Vinitaly nei Paesi terzi.

Focus - Eataly al via, posti lavoro in Usa promuovono sistema Italia
“Cuciniamo ciò che vendiamo e vendiamo ciò che cuciniamo”. Eataly New York oggi è ai blocchi di partenza. Il sindaco Michael Bloomberg, presente il gotha dell’imprenditoria enogastronomica italiana, ha tagliato il nastro simbolicamente realizzato in pasta per inaugurare lo sterminato megastore del gusto “tricolore” ideato dall’industriale piemontese Oscar Farinetti nel cuore della Grande Mela.
6.000 metri quadrati di pizze e paste cucinate alla perfezione, carni trattate come se fossero sushi, ostriche e verdure fritte, una birreria di 650 metri quadrati sul tetto del Toy Building, un palazzo fine Ottocento di fronte all’iconico grattacielo Flatiron: Eataly, all’angolo tra Quinta e 23esima, è un gioco di parole tra Italy ed eat (mangiare) ma soprattutto è una enorme sfida: “E’ l’american dream che sposa i sogni italiani”.
“Un sogno reso possibile anche da una task force del comune di New York”, ha detto Bloomberg: la New Business Acceleration Team ha aiutato gli italiani a navigare negli incubi della burocrazia municipale accelerando di 15 settimane il momento del taglio del nastro.
Non è da oggi che Manhattan adora mangiare italiano: negli anni ‘80 e ‘90 San Domenico di Tony May, i vari Cipriani e Le Cirque di Sirio Maccioni hanno portato i newyorchesi ad apprezzare piatti oltre gli “spaghetti and meatballs” delle mense degli emigranti del Novecento. Oggi però il palato raffinato della capitale del melting pot globale ha bisogno di qualcosa che offra una marcia in più. Ed ecco, dunque, l’iniziativa da 25 milioni di dollari che Farinetti, sulla scia di esperienze analoghe a Torino e in Giappone, ha lanciato oggi accompagnato dal fondatore di Slow Food Carlo Pedrini, cinque sindaci del Piemonte (Torino, Alba, Barolo, Bra e Novello), il presidente della Liguria Claudio Burlando e il presidente della Commissione Ambiente del Senato Antonio D’Alì. Il taglio del nastro simbolico di pasta nei colori delle bandiere italiana e americana è stato benedetto dall’arcivescovo di New York Timothy Dolan e innaffiato da magnum di Asti Spumante e Ferrari Brut.
L’idea di Eataly è quella di un department store di lusso che illustra e vende le eccellenze italiane e locali in fatto di cucina con orari di apertura dalle 6 di mattina per il caffé (il primo Lavazza Café nel mondo) alle 2 di notte per la birreria sul tetto. Tutti i prodotti freschi sono locali, scelti all’insegna del meglio.
I dipendenti sono 400, di cui 300 assunti in loco, molti da aziende di Wall Street in crisi e, però, pronti a cambiare lavoro, come ha spiegato Adam Saper, chief financial officer e general manager di Eataly. “Creare posti di lavoro a New York é senz’altro un modo molto efficace per promuovere il sistema Italia negli Usa”, ha dichiarato l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti Giulio Terzi, secondo cui Eataly rappresenta una “vetrina unica nel cuore del paese che rappresenta il terzo mercato per il nostro export”.
Fonte: Ansa

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