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POLITICA CONSORTILE: QUANDO GIOVA PARLARE CHIARO ED AGIRE CONTRO LE DIFFICOLTÀ. UN ESEMPIO, DECISAMENTE “ESPORTABILE” A MOLTI DEI TERRITORI DEL VINO DEL BEL PAESE, ARRIVA DAL CONSORZIO DI TUTELA FRASCATI

Quando parlare chiaro giova e aiuta a risolvere i problemi. Un esempio arriva dal Consorzio di tutela del Frascati. Un “modus operandi“, peraltro, che potrebbe servire anche a molti dei territori del vino del Bel Paese.

“Al fine di ottenere un Frascati Doc di eccellenza utilizzando uve di qualità - fa sapere una nota del Consorzio - è necessario diminuire la quantità delle uve medesime”. Anche se le giacenze indicano una sostanziale tenuta del vino Frascati “sarà necessario - prosegue la nota - persuadere quelle aziende che utilizzano il marchio Frascati Doc a considerare che questo è un patrimonio collettivo che non può essere impiegato per difendere incapacità o negligenze, se non a scapito della Denominazione”.

Nonostante una congiuntura che rimane di crisi generale il barometro del Frascati indica tempo stabile: per questo “ai fini della valorizzazione del prodotto - continua la nota del Consorzio - si è, anche, provveduto ad annunciare ai soci un prelievo di 30 centesimi di euro per ettolitro prodotto, che le cantine corrisponderanno al Consorzio, per implementare la promozione del Frascati Doc”. E’ la prima volta che accade un fatto del genere in una denominazione. Decisamente un bell’esempio che meriterebbe di essere applicato anche altrove.

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