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METTONO D’ACCORDO TUTTE LE GUIDE (GAMBERO, AIS, ESPRESSO, VERONELLI, SLOW): ROCCHE DEL FALLETTO GIACOSA, MONFORTINO, GRANATO FORADORI, GIULIO FERRARI, SASSICAIA, RADICI MASTROBERARDINO, AGLIANICO DEL VULTURE TITOLO FUCCI, CEPPARELLO ISOLE OLENA

Ecco i “magnifici” dell’Italia del vino: gli otto vini che, valutati per la loro qualità assoluta, mettono d’accordo le guide più importanti d’Italia (Gambero Rosso, Ais-Bibenda, L’Espresso, Veronelli e la “new entry” Slow Wine, la guida firmata da Slow Food, in attesa di conoscere i vini premiati dall’ “Annuario” 2011 di Luca Maroni) sono il Barolo Le Rocche del Falletto Riserva 2004 di Bruno Giacosa, il Barolo Monfortino Riserva 2002 di Giacomo Conterno, il Granato 2007 di Foradori, il Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2001 delle Cantine Ferrari, il Bolgheri Sassicaia 2007 della Tenuta San Guido, il Taurasi Riserva Radici 2004 di Mastroberardino (che secondo indiscrezioni è premiato anche da Maroni) e l’Aglianico del Vulture Titolo 2008 di Elena Fucci, il toscano Cepparello 2007 di Isole Olena.
Sono, dunque, otto i “super vini”, che, stando all’analisi di www.winenews.it, mettono d’accordo le cinque guide più importanti dell’eccellenza enologica italiana. Il risultato emerge dal semplice incrocio delle liste dei migliori, redatte dalle guide edizione 2011, senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai diversi team di degustazione (per la guida Vini d’Italia Gambero Rosso “Tre Bicchieri”; per la guida Vini d’Italia de L’Espresso, “Cinque Bottiglie”; per la guida I Vini di Veronelli, “Super TreStelle”; per la Guida Duemilavini di Ais/Bibenda, “Cinque Grappoli”; per la guida Slow Wine di Slow Food “I Grandi Vini”).
“Oltre al risultato per la Riserva del Fondatore - spiega a WineNews, Camilla Lunelli, alla guida con Matteo e Marcello delle cantine Ferrari - il motivo d’orgoglio più grande è che siamo riusciti ad affiancagli altre nostre bollicine di punta premiate dalle guide, nuove o più affermate, a conferma del fatto che lavorare seriamente, anche con il coraggio di mettersi in discussione e di sperimentare, come abbiamo fatto con il Pinot Nero e la fermentazione in legno, per esempio, porta a grandi risultati”. “La mia più grande soddisfazione - commenta Piero Mastroberardino - è veder coronato l’impegno professionale di mio padre che ha speso una vita per promuovere il territorio irpino e Taurasi. Ma la cosa più importante è che è un premio ad una bandiera non solo dell’azienda, ma di tutto il territorio, il riconoscimento alla crescita complessiva che sta avendo la viticoltura di tutta l’enologia dell’Irpinia”. Una visione che sicuramente è condivisibile da tante aziende leader dei territori del vino italiano ...”.

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