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ALLA RICERCA DEI “PATRIARCHI” PERDUTI: PER INDIVIDURARE I CEPPI PLURISECOLARI CHE NASCONDONO L’ORIGINE DELL’ANTICO VITIGNO “SIRIANA” O “SIRICA” CONVEGNO DI FEUDI DI SAN GREGORIO (19 NOVEMBRE)

I “Patriarchi”, nell’accezione ebraica del termine, sono i più antichi personaggi della Bibbia dai quali discese il popolo ebraico. Caratteristica peculiare di questi personaggi è la longevità, considerata, nella Bibbia, come segno della benedizione di Dio. I “Patriarchi” nel mondo del vino sono, invece, soprattutto in Campania e specialmente in Irpinia, le cosiddette “viti monumentali”, anch’esse di grande longevità e ancora custodi di mille segreti. Feudi di San Gregorio, una delle aziende di riferimento dell’enologia campana e non solo, ha nel recente passato impegnato notevoli risorse per la ricerca di questi “Patriarchi” perduti, non solo dal lato scientifico, ma anche ribattezzando una propria linea di prodotti coni il nome, appunto , di “Patriarchi” (composta dal Sirica, Taurasi ed Aglianico).
Un interesse ed un impegno che, il 19 novembre, l’azienda con sede a Sorbo Serpico, renderà pubblici con un seminario appositamente realizzato. L’obiettivo sarà quello di fare il punto sulle nuove conoscenze che sono emerse nel primo triennio di ricerche, condotte dalle Università di Napoli e di Milano, e che saranno esposte nelle relazioni del professor Attilio Scienza, ordinario di viticoltura all’Università di Milano, e del professor Luigi Moio, ordinario di viticoltura dell’Università di Napoli.
Non è facile risalire all’età dei “Patriarchi” irpini perché, contrariamente alle specie legnose che possono essere datate attraverso analisi di dendrocronologia (la scienza che studia l’accrescimento delle piante arboree nel tempo), la vite non presenta anelli di crescita nel proprio fusto e non permette una analisi di questo tipo. Sono comunque piante che la memoria popolare ritiene abbiano più di 250 anni e che è necessario proteggere attraverso interventi di potatura conservativa, come , peraltro, la Feudi di San Gregorio, sta da anni conducendo grazie al lavoro di Peirpaolo Sirch agronomo e direttore dell’azienda irpina.
Ma l’analisi del loro Dna ha permesso di “scovare” dei veri e propri segreti, riservando anche alcune sorprese. Vicino, infatti, a varietà note come l’Aglianico, Sciascinoso, Piedirosso e Fiano sono state individuate viti, risultato di incroci spontanei, quali ad esempio tra Aglianico e Syrah. Forse in questi incroci si nasconde il mistero della Siriana, un mistero che in parte sarà svelato durante il convegno del 19 novembre.
Il vitigno Siriana o Sirica le cui prime testimonianze si fanno risalire a Plinio che cita il vitigno “Siriana” o “Syricus” tra le uve coltivate nella Campania romana e ne attribuisce il nome da syricum, un colorante rosso allora molto diffuso. Descritta come un’aminea nera, uva tra le più pregiate dell’epoca, per Catone la Sirica era stata introdotta sei secoli prima della fondazione di Roma da una regione abitata dai Seri. Più recentemente è stata formulata l’ipotesi che il suo nome derivi dall’antica città ionica di Siri, vicina a Metaponto, divenuta Eraclea dopo la seconda guerra punica. La storia contemporanea vede gli agronomi di Feudi di San Gregorio ritrovare tre viti prefillosseriche di Sirica che, con l’aiuto dell’Università di Napoli e Milano, sono state studiate e propagate fino a raggiungere l’estensione di circa 10 ettari. Ed oggi, grazie ai nuovi studi che saranno illustrati nel convegno di Sorbo Serpico, a Feudi di San Gregorio, potrebbe arricchirsi di un altro importante capitolo.
Il seminario vedrà anche un focus relativamente ai comportamenti dell’Aglianico nei diversi terroir del Taurasi ed in altre zone limitrofe dove è coltivato con successo, quali il Vulture ed il Beneventano. Le ricerche hanno riguardato la risposta del vitigno, relativamente al patrimonio polifenolico ed aromatico, alle diverse matrici geologiche ed alle condizioni climatiche. Inoltre attraverso le analisi di genomica e proteomica si sono potuti differenziare gli ecotipi del vitigno in base alla loro diversa capacità di reagire alle condizioni ambientali e di produrre così vini dalle caratteristiche sensoriali riconoscibili. Queste ricerche, finanziate da Feudi di San Gregorio, saranno messe a disposizione di tutti i produttori interessati a migliorare le loro conoscenze dell’Aglianico.
Info: Mariella Piccarreta
mariella.piccarreta@feudi.it

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