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AGRICOLTURA IN GINOCCHIO PER IL MALTEMPO DI QUESTI GIORNI: LE STIME DEI DANNI ARRIVANO A 1 MILIARDO DI EURO. GRAVEMENTE COLPITI I VIGNETI DEL SOAVE, VISITATI DAL PREMIER BERLUSCONI E DAL GOVERNATORE ZAIA. APPELLO AL GOVERNO DELLE “CITTÀ DEL VINO”

Italia
Alluvione nei vigneti del Soave

Non c’è tregua per l’agricoltura italiana: da nord a sud, le piogge hanno messo in ginocchio il comparto. I danni più gravi si registrano in Friuli, Campania, Calabria e Toscana, ma è il Veneto a subire le maggiori devastazioni per gli allagamenti. La stima complessiva dei danni, seppur provvisoria, è impressionante: la più ottimistica parla di 250 milioni, la più “nera” addirittura di 1 miliardo. Il tutto, a fronte di uno stanziamento, previsto dal Governo, di 20 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza. A questa triste “contabilità”, va aggiunta quella di 300.000 capi di bestiame morti solo in Veneto, poi andranno sommati i danni a magazzini, cantine e macchinari. E gli effetti saranno prolungati: basti pensare alla distruzione dei vigneti e al tempo necessario per la messa a regime della produzione, una volta reimpiantati i nuovi: al momento, nella sola zona del Soave, 500 ettari di vigneti di 120 aziende sono stati danneggiati, per un danno di 7 milioni di euro. Un duro colpo, per la denominazione veneta, tanto che, proprio oggi, l’area del Soave ha ricevuto la visita ufficiale del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, del Ministro delle Riforme, Umberto Bossi e del Governatore del Veneto, Luca Zaia, insieme al Direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

Purtroppo le stime non rendono esattamente l’idea della somma totale, cioè sono al netto degli investimenti necessari per prevenire e contenere efficacemente situazioni simili: calcolando il “fattore rischio”, con 5.581 comuni soggetti a frane o alluvioni, e con un territorio, pari a 2 volte la Lombardia, sottratto negli anni all’agricoltura e selvaggiamente urbanizzato, che ha provocato un grave dissesto idrogeologico, il “conto” sale vertiginosamente.

Al momento, però, bisogna concentrarsi sulle urgenze più immediate. Per questo le Città del Vino si appellano al Governo, auspicando che, tra gli interventi principali, vi sia anche “la revoca del patto di stabilità per i Comuni veneti, affinché si possano liberare energie e risorse a sostegno dei territori colpiti. Le Città del Vino chiedono inoltre che siano adottati sgravi fiscali in favore delle imprese agricole pesantemente danneggiate, e che siano destinati sufficienti risorse per la tutela e la messa in sicurezza del territorio”. “Le immagini dei vigneti del Soave sommersi dall’acqua, così come quelli di Monteforte d’Alpone e di altri comuni Città de Vino del Veneto sono sconcertanti - sottolinea il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli - un disastro che pone la necessità di intervenire in tempi rapidi prima per ripristinare quanto più possibile la normalità, poi per sostenere le popolazioni e le imprese, sia agricole che artigianali e industriali, infine per programmare seri interventi a tutela del territorio”.

Per le Città del Vino, troppo spesso ormai temporali, seppur di pesante entità, si trasformano in tragedie per le popolazioni: evidentemente il territorio non è stato “usato” nel miglior modo possibile. Un tema questo da sempre centrale per le Città del Vino che da anni sollecitano i propri Comuni associati ad adottare politiche virtuose a tutela del territorio e del paesaggio, “come dimostra il progetto Piano Regolatore delle Città del Vino - spiega Giovanni Verzini, coordinatore delle Città del Vino del Veneto - e il sostegno convinto alla candidatura delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dall’Unesco”.

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