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LA BANCA POPOLARE DI VICENZA POTREBBE ESSERE IL NUOVO SOCIO (12%) DI VERONA FIERE. L’OPERAZIONE, DAVVERO PROBABILE, E POSITIVA PER I DUE IMPORTANTI PLAYER (NELLE FIERE E NEL SISTEMA BANCARIO), ANCORA NON E’ STATA CONFERMATA

Italia
Veronafiere, per Vinitaly, veduta aerea

Un’operazione ancora non confermata, ma che ha tutta l’aria di andare in porto: la Banca Popolare di Vicenza potrebbe diventare uno dei nuovi soci (con il 12%) di VeronaFiere, una dei player più importanti enti fieristici d’Italia e d’Europa

Il nuovo possibile partner di VeronaFiere, secondo soltanto a Fiera Milano, e culla del Vinitaly, fiera leader del settore enologico italiano e non solo, sarebbe stato evocato dallo stesso sindaco di Verona, Flavio Tosi. Il Comune di Verona, proprietario del 54,8% dell’ente presieduto dall’imprenditore Ettore Riello, ha deciso di mettere in vendita un pacchetto equivalente al 12%, questa è la percentuale che sarebbe in gioco, mantenendo comunque, secondo statuto, il 42% della proprietà e il conseguente diritto di voto, e cogliendo, con un’unica operazione, un doppio obbiettivo: da una parte, confermare il proprio “peso specifico” nel consiglio di amministrazione di VeronaFiere, e, dall’altro, fare “cassa” in vista della stretta di bilancio in arrivo con i tagli erogati dallo Stato.

D’altra parte, l’operazione porterebbe effetti benefici sia allo stesso ente fieristico, che si troverebbe fra i propri soci un’altra banca, sia alla Popolare di Vicenza, che si troverebbe nel cda di un ente fieristico tra i più importanti d’Italia e del mondo.

La Banca Popolare di Vicenza già possiede una piccola partecipazione nella Fiera di Vicenza e Gianni Zonin, presidente della Banca e imprenditore vinicolo, conosce molto bene il ruolo di Verona e del Vinitaly.

L’istituto berico, stando ad altre voci, potrebbe, peraltro, acquisire anche una quota inferiore al 12%, e per la restante potrebbero farsi avanti gli altri soci di Veronafiere, che sono la Fondazione Cariverona, il Banco Popolare, la Camera di commercio di Verona, Intesa Sanpaolo, la Provincia, la Banca Veronese e la Regione Veneto, comunque sempre nell’ottica di quel polo veneto delle fiere, da più parti auspicato.

Quanto alle cifre in ballo, essendo VeronaFiere valutata da un advisor complessivamente 160 milioni di euro, l’acquisto del 12% dovrebbe costare sui 19/20 milioni di euro.

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