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TRA PASSATO E FUTURO: SALVARE LE VITI PLURISECOLARI PER LA VITICOLTURA DI DOMANI. PER APPROFONDIRNE LA CONOSCENZA E CREARE OCCASIONI DI MARKETING NON SOLO PER LE CANTINE, MA ANCHE PER I TERRITORI ...

In pochi settori come in quello del vino il legame tra passato e futuro è un qualcosa che si rinnova continuamente, che costruisce ogni giorno le basi per capire quello che è successo ieri e migliorare quello che può essere domani. Ecco perché, secondo il professor Attilio Scienza, uno dei massimi studiosi di viticoltura a livello mondiale, è fondamentale salvare e studiare a fondo le viti plurisecolari, la cui perdita non è solo un rischio, ma “già una realtà, il rinnovamento della viticoltura ha spazzato via vigneti che non avevano più le caratteristiche di economicità e di gestibilità, e la crisi sta completando l’opera negativa”.

Salvare il patrimonio biologico e genetico di questi “monumenti” della viticoltura, però, non è solo un guardare al passato, ma un percorso che può far capire meglio il presente e guidare il futuro. “Io ho un sogno: raccogliere in un libro le fotografie di questi “giganti”, e raccontarne per ognuno la storia, ma non solo. Dovrebbero essere raccolti in un grande vigneto nazionale per mantenerne la continuità genetica e biologica, perché quando moriranno “di vecchiaia”, potremo conservare i loro figli”. Per Scienza, devono scendere in campo le grandi aziende, “perché i piccoli produttori non hanno le risorse per progetti simili”.

Ecco perché iniziative simili andrebbero realizzate in tanti territori del vino, che potrebbero “trovare in questi progetti di valorizzazione e recupero anche un elemento importantissimo di comunicazione e di marketing. E, quindi, non è solo un’operazione di salvaguardia”. Ovvero, utilizzare il passato con obiettivi moderni: “non è una questione produttiva, ma biologica e culturale. Il “patriarca”, che può diventare un simbolo di raccolta e di identità, è elemento di congiunzione - spiega ancora Scienza - tra cose che si stanno ormai separando, come l’attività agricola e la società di città, le diverse esigenze del consumatore e del produttore, la chiusura mentale dell’agricoltore e il mondo che viaggia a velocità vertiginose”.

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