Il Tai, “fresco” di nome dopo il divieto dell’Unione Europea di utilizzare la parola Tocai, cerca il rilancio e una posizione di mercato attraverso anche una campagna promozionale appoggiata dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla Regione Veneto.
La produzione 2009 è stata di quasi 2 milioni di bottiglie, per oltre il 70% provenienti dal territorio di Lison. Dopo una fase calante dovuta alle vicende dovute al cambio di nome dell’ex Tocai, già dalla vendemmia 2010 - in base ai dati delle rivendicazioni fatte dai produttori ai fini della Doc - si registra una ripresa. Alla luce di questo risultato, acquista ancor più significato il Progetto “Da vitigni antichi vini nuovi” per la promozione e valorizzazione delle nuove designazioni dei vini ottenuti da uve Tocai, che è stato presentato nello “stellato” Le Calandre di Sarmeola di Rubano, il locale della famiglia Alajmo.
Il progetto è stato finanziato nel 2007 quando la Comunità Europea aveva appunto vietato l’utilizzo del nome Tocai a qualunque paese all’infuori dell’Ungheria. Con la fine della querelle italo-ungherese iniziata nel 1950, la Regione Veneto, con proprio Decreto, ha inserito il sinonimo Tai nel registro nazionale delle varietà per i vini ottenuti da uve Tocai friulano. E’ nata così la produzione e valorizzazione di vini Tocai Doc dei tre territori (Tai Lison di Lison Pramaggiore, Tai della DocPiave e Tai Rosso dei Colli Berici) che trova pieno sostegno nel governatore veneto Luca Zaia secondo il quale il Tai è “un vino del nostro Veneto, che nessuno potrà copiarci”.
Contemporaneamente è partita una promozione del vino con convegni, workshop, incontri, seminari, educational tours e degustazioni: il primo risultato favorevole è la promozione all’Aeroporto veneziano Marco Polo dove, in sei mesi di attività, ha si sono registrati quasi 20.000 contatti e raccolte migliaia di schede-intervista che verranno utilizzato per meglio tarare le azioni di marketing future.
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