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IN UN MERCATO DAI PREZZI BASSI, CONSUMI INTERNI IN CALO E GIACENZE IN AUMENTO LE COOPERATIVE ITALIANE DEL VINO RESISTONO AI MORSI DELLA CRISI E GUARDANO AL FUTURO. “CONTINUANDO A CRESCERE IN DIMENSIONI E EXPORT” SECONDO ORSI (FEDAGRI-CONFCOOPERATIVE)

In un mercato caratterizzato da prezzi bassi, consumi interni in flessione e giacenze in aumento, il modello delle cooperative italiane del mondo del vino resiste ai morsi della crisi economica e guarda al futuro. “Una situazione difficile - secondo Adriano Orsi, presidente di Fedagri-Confcooperative che riunisce 425 cooperative vitivinicole per una produzione complessiva che supera i 20 milioni di ettolitri e un fatturato pari a 2,4 miliardi di euro, la metà del quale realizzato dall’export - in cui l’unico segnale incoraggiante è costituito dalla ripresa delle esportazioni: +7,6% nei primi sei mesi del 2010, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente”. E se questo è il trend, “l’unico modo per gli operatori di stare sul mercato in maniera efficiente è quello di volgere lo sguardo ai mercati internazionali. Lo abbiamo più volte ribadito e continueremo a ribadirlo anche l’anno prossimo: l’export è la strada maestra da seguire se le nostre cooperative vogliono essere competitive”, aggiunge Orsi, per il quale la strada da percorrere per futuro del sistema cooperativo italiana passa dal continuare a crescere anche in dimensioni.

“Il mercato del vino in Italia non vive una stagione esaltante - spiega Orsi - complice la crisi nel 2009, il consumo di bianchi e di rossi nel nostro Paese è sceso per la prima volta sotto i 40 litri pro capite (-30% in 20 anni, dati Nomisma), con una contrazione dei prezzi al consumo pari a -7% e vendite in calo in tutti i tradizionali canali di distribuzione, soprattutto attraverso il canale Horeca (ristorazione, hotel, bar), mentre la Grande Distribuzione Organizzata tiene (-1%), grazie soprattutto alla spinta dei Discount”. E se, “molte nostre associate sono già presenti all’estero con i loro vini - continua Orsi - molte sono ancora le opportunità che questi mercati riservano. Per coglierle, è necessario dotarsi di dimensioni aziendali congrue. Ed è per questo che continueremo a sostenere le nostre associate ad attivare processi di aggregazione e fusione, senza i quali è difficile aggredire i nuovi mercati, e, tanto meno, ottimizzare i costi di produzione, ampliare la gamma di prodotto, ridurre la frammentazione dell’offerta e assumere nei confronti della Gdo un ruolo di sub-player”.

“Alle istituzioni - conclude il presidente di Fedagri-Confcooperative - continueremo a chiedere politiche attive di sviluppo che supportino gli operatori sul mercato mentre diffidiamo di politiche di “sussistenza come” la “vendemmia verde”, misura che premia chi distrugge la produzione già in campo. E degli aiuti disaccoppiati, altra leva di mercato poco sana che privilegia per lo più i produttori e penalizza le imprese di trasformazione, introducendo squilibri nella filiera, i cui anelli invece andrebbero sostenuti tutti in eguale entità”.

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