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BOLLICINE: NEL 2010 ITALIA PRIMO ESPORTATORE AL MONDO: OLTRE 200 MILIONI DI BOTTIGLIE ESPORTATE IN 78 PAESI, PER 2,90 MILIARDI DI EURO. LO DICE L’OSSERVATORIO VINI EFFERVESCENTI. FERRARI-BERLUCCHI, IL 40% DEL MERCATO ITALIANO DEL METODO CLASSICO

Continua a tirare l’export delle bollicine italiane nel 2010, una passione senza confini, che mette a segno +17% nei volumi e +4,7% nel valore al consumo. L’Italia diventa così il primo Paese esportatore al mondo, con Asti e Prosecco “bandiere” tricolori e un valore al consumo di 1,885 miliardi di euro. Stazionario, invece, il mercato interno, dove tiene il giro d’affari all’origine, ma calano volumi (-1,4%) e fatturato al consumo (-1,9%). E’ quanto emerge dall’Osservatorio Economico Vini Effervescenti, che stima un consumo per il 2010 di 376 milioni di bottiglie di bollicine, di cui quasi 226 milioni esportate in 78 Paesi (+4% rispetto al 2009), per una produzione totale di 380 milioni. E complessivamente il comparto ha un giro d’affari all’origine di 1,1 miliardi di euro che, al consumo, vale 2,90 miliardi di euro.

Fra export e nazionale si registra un +8,9% di volumi totali e un +2,4% del valore al consumo. In Italia, fa notare l’Osservatorio, si riscontra un calo dello Champagne a favore di una crescita dell’1,4% delle bollicine con il metodo classico. “L’Italia ha una ricchezza di tipologie e territori che nessun altro Paese possiede - commenta Giampietro Comolli, fondatore dell’Osservatorio - e i dati dei mercati dimostrano che c’è spazio per crescere ancora, puntando su nuovi Paesi consumatori, senza scimmiottare altri Paesi”. Asti e Prosecco, compreso il Valdobbiadene Conegliano Docg con circa 19 milioni di bottiglie, sono le bandiere tricolori e rappresentano il 67% del totale dell’export. Per l’Asti si stima +10% in volumi, mentre per il Prosecco, tra Docg, Doc, Igt, si registra un grande balzo in quantità, con 115 milioni di bottiglie totali vendute nel 2010 e un incremento di fatturato del +15%. In forte sviluppo, secondo l’Osservatorio, sono gli spumanti “generici” che rappresentano il 29% delle spedizioni totali.

Quanto al mercato nazionale, vale 150 milioni di bottiglie consumate, con un calo dell’1,4% in volumi rispetto al 2009 e un -1,9% nel valore al consumo pari a 1,015 miliardi. “Non si possono

più fare medie statistiche - continua Comolli - ogni Docg e Doc ha la sua storia e il suo mercato, completamente diversa dagli spumanti generici; il mercato interno è tutta un’altra storia, occorre puntare al singolo canale e al centro e sud Italia, dove ci sono ampi margini di crescita”. Infine, le indagini condotte nella grande distribuzione italiana, confermano che i vini ottenuti con il metodo di

produzione italiano (Asti, Prosecco e generici) hanno un valore medio intorno di 4,5-5,50 euro alla bottiglia, con l’eccezione del Superiore di Cartizze di 12-13 euro. Altra storia per i Franciacorta e i Trentodoc che si posizionano mediamente intorno a 10-12 euro e poco inferiori risultano gli Oltrepo Pavese Docg, l’Altalanga Doc e gli altri, tutti metodo classico.

Le curiosità - per il duo Ferrari-Berlucchi il 40% del mercato nazionale del metodo

Per il metodo classico, confermano la leadership Ferrari-Lunelli e Guido Berlucchi con circa 9 milioni di bottiglie, pari al 40% del mercato. Un consumo nazionale in crescita del 1,4% sul 2009, mentre sono stabili le esportazioni come dato assoluto. Colto il momento del calo dello Champagne con un inserimento in bar e ristoranti. Per il metodo italiano, sempre più in auge il Prosecco Spumante brut e dry. I consumi generali procapite restano stazionari a 2,6 bottiglie all’anno (contro le 4,7 bottiglie in Francia e le 6,5 in Germania). In crescita gli acquisti domestici, sia presso il produttore (+4% sul 2009, con una quota di mercato pari al 6,7% del totale spedito) che presso la Gdo (+ 3% sul 2009) con un prezzo medio del canale distributivo però in calo del 2% sull’anno precedente.

La curiosità - Prosecco, a Natale il formato è “maxi o mini”

Per il brindisi di Natale non ci sono mezze misure: il formato della bottiglia è “maxi o mini”. Una tendenza registrata dal Consorzio per la Tutela del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene.
I formati “maxi”, ovvero Magnum ( 1,5 litri) e Jeroboam ( 3 litri) renderanno sono i più richiesti, ma anche il formato “small”, da 0, 375 litri fa tendenza, e tra il 2009 e il 2010 la produzione è raddoppiata, anche per rispondere alle esigenze di un consumo moderato e moderno.

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