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UNO SGUARDO ALLE ANNATE VINICOLE DAL 2000 AL 2010: PICCOLA “SUMMA VINDEMIARUM” SUL FINIRE DELLA PRIMA DECADE DEL NUOVO MILLENNIO. UN RAPIDO EXCURSUS SU PREGI E DIFETTI DELLE PRIME 10 VENDEMMIE DEL XXI SECOLO

Il 2010 volge al termine, segnando la fine della prima decade del nuovo millennio. Un’occasione per stilare un breve bilancio delle prime 10 vendemmie targate 2000, che, diciamolo subito, sono state mediamente più che soddisfacenti per l’enologia italiana. Certo, abbiamo cominciato a dover convivere con una certa mutazione del clima e complessivamente potremmo dire che le annate “calde” (a partire dalla 2000, un millesimo possente quanto potente, in debito, forse, di un po’ di eleganza ed equilibrio) hanno segnato non poco questo avvio del nuovo millenio, con un picco toccato dalla vendemmia 2003, i cui risultati in termini qualitativi sono stati conseguenti.

Ma i primi 10 anni del nuovo millennio hanno offerto anche fenomeni in controtendenza e la vendemmia 2002 si è distinta per una piovosità eccezionale e per un esito qualitativo da dimenticare, anche se non mancano le classiche “eccezioni che confermano la regola”. L’annata 2006, anch’essa “calda”, dai vini generalmente maturi e ricchi, divide i pareri della critica nel confronto con la 2007, dai vini più energici e saporiti. Annate un po’ più deboli sono la 2005, in grado di produrre però vini di bella personalità, la 2008 e la 2009, specie se considerate nella loro proiezione futura. Millesimi generalmente positivi tutti quanti, ma, probabilmente, non in grado di restare negli annali.

E poi, finalmente, la vendemmia 2004, forse la più equilibrata e classica, che ha “sfornato” le sue declinazioni migliori nei Brunello Riserva e nei Barolo Riserva, con vini immensi e, in alcuni casi, assoluti, e la 2001, un millesimo i cui vini continuano ad evidenziare evoluzioni importanti e punte di eccellenza assoluta.

E la 2010? Promettente per freschezza e aromaticità, ma, forse, non destinata a incidere più di tanto nella storia enologica del Bel Paese.

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