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E’ IL PORTO TAYLOR’S IL VINO PIU’ QUOTATO DAI CRITICI PIU’ AUTOREVOLI DEL MONDO: EMERGE DALLA CLASSIFICA DELL’INGLESE “DRINK BUSINESS MAGAZINE”, BASATA SULLA LIV EX 100 FINE POWER LIST

Prendete il Liv Ex 100 Fine Power List, l’indice delle bottiglie più redditizie dell’eccellenza enologica mondiale, spogliatelo di tutti i suoi dati, lasciando solo il punteggio medio delle valutazioni qualitative dei più importanti critici del pianeta, Robert Parker in primis, ed a guidare la classifica non sarà più un vino francese. Ecco quello che ha fatto il magazine inglese “Drink Business Magazine” (www.thedrinksbusiness.com). A svettare è il vino Porto della Taylor’s, forse dell’azienda più importante e famosa al mondo per questa tipolgia, da secoli produttrice di grandi Porto soprattutto “Vintage”.
In Italia, arriva grazie alla Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna, il cui direttore marketing Piero Valdiserra, spiega a WineNews: “si tratta senza dubbio di una conferma e non di una sorpresa, almeno per noi che conosciamo bene i magnifici prodotti di Taylor’s. In Italia, invece, il fantastico mondo dei Porto non è molto conosciuto e rappresenta certamente un mercato di nicchia, “popolato” esclusivamente da esperti appassionati. I mercati più importanti per questa tipologia restano saldamente quello americano e quello inglese - prosegue Valdiserra - dove i Porto hanno un apprezzamento pari ai grandi vini di Bordeaux o di Borgogna. Tanto per fare capire che ruolo occupa Taylor’s, una vera e propria icona nella realtà e nell’immaginario di chi ama questi prodotti, vi racconto un semplice aneddoto: in fiera a Bordeaux il “compagno” di Angelo Gaja è proprio Taylor’s. Un’azienda storica per eccellenza che ha inventato tipologie di Porto come il “Late Bottled Vintage” e che, ancora oggi - conclude Valdiserra - è presa come riferimento dagli altri produttori al momento della decisione di quale sarà l’annata Vintage del Porto”.
Nel podio oltre a Taylor’s (che totalizza un punteggio medio di 98) c’è, al secondo posto, Lafite Rothschild (97), ex-equo con l’azienda australiana Penfolds Grange e, al terzo posto, il bordolese Château Ausone (96,91).

Focus - Il Porto in pillole
Il Porto è un vino liquoroso portoghese prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, nel nord del Portogallo, sita a circa 100 chilometri a est della città di Porto. La peculiarità maggiore del Porto, oltre al clima in cui maturano le uve, è la sua fermentazione incompleta, fermata (mutizzata) ad uno stadio iniziale tramite l’aggiunta di alcol. In questo modo il vino risulta naturalmente dolce - a causa del residuo zuccherino derivante dall’uva che i lieviti non hanno potuto trasformare interamente in alcool perché inibiti dalla concentrazione elevata di etanolo. Sono noti sette tipi fondamentali di vino di Porto: le categorie base, “bianco” (prodotto esclusivamente da uve bianche ed invecchia in grandi botti anche di oltre 20.000 litri.
È l’unico vino di Porto classificato per grado di dolcezza: secco, semi-secco e dolce), “ruby” (vini rossi invecchiati in grandi botti, sono caratterizzati da una scarsa ossidazione e conservano a lungo le loro caratteristiche iniziali) e “Tawny” (vini rossi che invecchiano in botti grandi solo per due-tre anni, dopo i quali vengono travasati in piccole botti da circa 550 litri. I tawny “respirano” di più, ossidandosi e invecchiando più rapidamente dei ruby, guadagnando ulteriormente in complessità), poi i tipi più pregiati, “Aged Tawny” (può essere commercializzato dopo 10 anni di invecchiamento, fino a 40), “Colheita”, “Late Bottled Vintage”, e “Vintage”, in assoluto il più pregiato (prodotto con uve di una singola annata, invecchiato inizialmente in botte per poi essere sottoposto ad un secondo invecchiamento in bottiglia.
Il suo prestigio è dato da un insieme di fattori, non ultimo la qualità delle uve raccolte, che, qualora non raggiunga un alto standard non verrà impiegata per la produzione del Vintage. Il vino, per raggiungere la completa maturazione, necessita di lunghissimo invecchiamento: non andrebbe bevuto prima dei vent’anni, raggiungendo in molti casi età ben più mature).
Il vino di Porto è tradizionalmente un assemblaggio, tra uve provenienti da diversi vigneti, di diverse annate; il Porto detto “Single quinta” (proveniente da una sola tenuta), sta conoscendo un successo crescente negli ultimi anni, anche se questa tipologia si classifica ad un gradino inferiore di qualità rispetto al Vintage Porto. Il Single Quinta viene prodotto in buone ma non eccellenti annate.

Focus - La realtà produttiva di Taylor’s tra storia e attualità
Taylor’s vive da più di 300 anni, ma continua a restare una azienda a conduzione familiare, completamente indipendente, i cui proprietari sono i discendenti di quelli originari. I vigneti di proprietà sono posti nell’alta valle del Douro e il Quinta de Vargellas, è uno dei vigneti più grandi del mondo, paragonabile per qualità a Château Latour.
In mezzo c’è la complessa rete di imprenditori agricoli, che hanno fornito la Taylor’s per generazioni, e continuano a farlo. Taulor’s è ormai unanimemente considerato il produttore di riferimento per il Porto, famoso soprattutto per i suoi Porto Vintage, ma anche capace di “inventare” delle nuove tipologie come il “Late Bottled Vintage”, ormai adottato da tutte le altre realtà produttive della zona. Nel 17° secolo i commercianti inglesi di vino, tagliati fuori da i loro fornitori abituali di Bordeaux a causa delle frequenti guerre con la Francia, orientarono il loro interesse verso il Portogallo.
In base al trattato di Methuen del 1703, l’Inghilterra concesse la diminuzione dei dazi per i vini portoghesi, diventando per oltre un secolo il principale mercato per i vini della Valle del Douro. Ma questi vini nel viaggio avevano alcuni problemi di stabilità, così i commercianti aggiunsero del brandy per fortificarli contro i rigori del viaggio sull’Atlantico. Poco dopo, la cosiddetta “fortificazione” fu fatta con spirito d’uva puro, creando il Porto come oggi lo conosciamo.
Tra i primi commercianti di Porto, troviamo Job Bearsley che, dal 1692, diventò partner della Taylor Fladgate & Yeatman, l’azienda che oggi conosciamo come Taylor’s. Ai Porto 1992 e 1994 sono stati rispettivamente assegnati 100 punti da Robert Parker e da “Wine Spectator”.

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