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IL “PARADIGMA DI MONTEPULCIANO”: L’ENOLOGIA DEL TERRITORIO ALIMENTATA DAL DINAMISMO GIOVANILE. SONO SEMPRE DI PIÙ I GIOVANI IMPRENDITORI DEL VINO NELLA TERRA DEL NOBILE. IL MODO MIGLIORE PER GUARDARE AL FUTURO E SCONFIGGERE L’IMMOBILISMO

Italia
Sempre più giovani imprenditori del vino a Montepulciano

Bello specchio del mondo del vino, la realtà di Montepulciano. Ieri la sinergia tra pubblico e privato (tutti i produttori del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano), esperienza esemplare di ciò che si può ottenere dall’unione delle forze tra pubblica amministrazione ed imprese del territorio, ed oggi un altro esempio del “dinamismo poliziano”. E cioè del forte impulso giovanile che alimenta le vene dell’enologia nel territorio del Nobile, un dinamismo imprenditoriale che riflette la “liaison” tra giovani e vino.
Dalle tendenze di costume e di mercato, alle tendenze di impresa, insomma. Se infatti da un lato, come dicono recenti indagini, il vino di qualità è oggi sempre più apprezzato dai giovani (9 milioni di italiani, tra i 30 e i 40 anni di età, si stanno sempre più indirizzando ad un consumo consapevole di vino), dall’altro sono sempre di più anche i giovani che lo producono. Insomma, si assiste ad un forte ricambio generazionale. Ricambio generazionale che a Montepulciano, nelle aziende produttrici, è particolarmente attivo: il 60% delle imprese, sondate dalla società di ricerca Rce Consulting, ha ad oggi superato con successo la seconda generazione, il 70% ha già affrontato l’argomento ricambio e l’87% pensa all’avvicendamento familiare. Numeri che danno il senso delle cose, perché significa che - data la storia più che trentennale del Nobile - a Montepulciano si tende ad affidare il timone alle “nuove leve”.
Una “scommessa” di successo, visto che il Nobile 2010, realizzato sotto la guida di quelle “nuove leve” si è guadagnato 4 stelle. La tendenza, nel territorio di Montepulciano, è netta: innovare le forze, innovare le idee pur restando nel solco di una tradizione che è imprescindibile per un vino che si chiama Nobile di Montepulciano. Qui, insomma, è l’apertura ad uno sguardo sul futuro, insieme all’armonia di intenti tra i produttori, a tracciare la strada. Una strada che porta lontano.
Info: www.consorziovinonobile.it

Focus - La qualità delle vendemmie di Montepulciano
Il 2010 è un’annata d’eccellenza per Montepulciano marchiata “4 stelle” (il massimo è rappresentato da “5 stelle”): così la commissione tecnica, incaricata di valutare i campioni prelevati dalle botti, in cui il vino Nobile sta maturando, ha “promosso” la più recente vendemmia.
La proclamazione oggi, davanti agli oltre 150 giornalisti di tutto il mondo, per conoscere le nuove annate in commercio (il Nobile 2008 e le Riserve 2007). “Ancora un giudizio significativo e importante per un vino Nobile che definirei di gusto “classico” - ha affermato il Presidente del Consorzio del Vino Nobile, Federico Carletti - rappresentativo delle massime espressioni del Sangiovese e della nostra terra, elemento che conferma lo sforzo e l’unione dei produttori nei confronti di un prodotto di qualità e fortemente identitario quale il Nobile”. I profumi e la consistenza, secondo il giudizio dei tecnici che hanno analizzato i campioni dell’ultima vendemmia, consentono di parlare di una nuova annata importante per il Vino Nobile.

Focus - Le cifre di mercato del Nobile di Montepulciano
Il vino a Montepulciano muove una forza lavoro importante, considerando che sono circa 1.200 gli addetti del settore (di cui il 60% tra i 20 e 40 anni). Oltre a questi vanno considerati gli stagionali e l’indotto generato dal vino (il 70% dell’economia del territorio è mossa dal settore vitivinicolo). Il valore patrimoniale dei vigneti (1.500 ettari quelli iscritti agli albi di Docg e Doc) è stimato 200 milioni di euro mentre il valore della produzione (circa 70.000 ettolitri tra Nobile e Rosso per anno) raggiunge i 60 milioni di euro all’anno. Delle 70 aziende associate al Consorzio il 56% fattura tra 500.000 euro e 1 milione di euro. Il mercato del Vino Nobile di Montepulciano ha visto un 2010 positivo: a partire da un dato su tutti che riguarda l’assenza di giacenze in cantina di Nobile e Rosso. Non solo un vero e proprio “sold out”, ma anche un incremento dell’immissione nel mercato di bottiglie sul 2009 (200.000 tra Nobile e Rosso), con oltre 8 milioni di bottiglie per il Nobile e 2,7 milioni per il Rosso. Per quanto riguarda il mercato del Vino Nobile si conferma la tendenza all’esportazione con il 59% di prodotto, mentre il restante 41% è stato destinato al mercato nazionale, con in testa Toscana (circa il 60%) e Nord Italia (il 17%), ma significativo è anche il dato della vendita diretta in azienda (11%). L’export del Nobile si è rivolto soprattutto verso mercati storici come la Germania (37%) e la Svizzera (19%) seguiti dal Regno Unito (11%). Si sono riconfermati in forte crescita anche i mercati Usa (14%) e quello asiatico (9%).

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