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CRESCONO LE VENDITE DI VINO ITALIANO IN INDIA DEL 10-15% ALL’ANNO NONOSTANTE I DAZI DOGANALI. EMERGE DAL SEMINARIO PROMOSSO DA UNIONE ITALIANA VINI E VERONAFIERE LEMS INDIA PRIVATE LIMITED A NEW DELHI

Italia

Le vendite di vino italiano in India crescono del 10-15% all’anno nonostante gli alti dazi doganali, la carenza di una rete distributiva adeguata e la scarsa conoscenza della cultura enogastronomica mediterranea. E’ emerso, in un seminario di due giorni, inaugurato oggi a New Delhi dall’Unione Italiana Vini e da Veronafiere Lems India Private Limited (società indiana dell’ente fieristico veronese) insieme a Unione Europea e ministero dell’Agricoltura al termine di una campagna promozionale durata tre anni.

“Abbiamo delle aspettative molto positive sul mercato indiano dove ci sono circa 100 milioni potenziali consumatori. Sono sicuro che nei prossimi dieci anni l’India diventerà uno dei principali mercati di sbocco per il vino italiano”, sottolinea Fabio Piccoli, giornalista e esperto dell’Unione Italiana Vini. Oggi l’India rappresenta il venticinquesimo acquirente di vino italiano. Tra i maggiori ostacoli alla crescita del settore, ci sono le tasse di importazione di circa il 150% (variano a seconda degli stati indiani) e sono oggetto dei negoziati tra Ue e India per l’accordo di libero scambio.

“Siamo vicini ad un compromesso che prevede una riduzione delle accise, ma solo per i vini di qualità, in modo da non arrecare danni alla nascente industria vinicola locale”, spiega Gianluca Brusco, addetto commerciale dell’ambasciata d’Italia a New Delhi. Nel caso dell’olio di oliva extravergine, “i dazi sono stati completamente abbattuti dopo che il governo ha riconosciuto le proprietà salutiste e nutrizionali di questo prodotto”, conclude Michele Bungaro, di Unaprol, il consorzio olivicolo italiano.

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