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“2015: ODISSEA NEL VIGNETO”. LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI È UN “AMARO CALICE” PER I VINI ITALIANI. I GOVERNI DI FRANCIA E GERMANIA HANNO GIÀ PRESO POSIZIONE CONTRO LA “DEREGULATION”. L’ITALIA TACE. MA L’IMPATTO POTREBBE ESSERE DEVASTANTE

È il 2011 e molti si accorgono che la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti - a partire dal 2015 - prevista dall’Ocm vino rischia di colpire al cuore i nostri vini a denominazione d’origine. Se ne accorgono, soprattutto, perché il Presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno preso posizione contro la decisione europea. Benvenuti nel mondo reale, verrebbe da dire. WineNews è stata tra i primi a dare l’allarme, fin dal 2007, per una deregulation che rischia di colpire le produzioni tipiche e di eccellenza di Paesi come Italia e Francia. “Questa vicenda, che se non corretta porterà un impatto socio-economico devastante sui territori del vino, segna molto bene - dice al “Corriere della Sera” Alessandro Regoli, direttore di WineNews - la diversa considerazione e peso tra la viticoltura (ma direi pure agricoltura) nella politica italiana e quella di Germania e Francia. Noi ne parlavamo tra lo scetticismo di quasi tutti. Oggi ci siamo e lo stanno capendo. Meno male che la Merkel e Sarkozy sono pronti a dare battaglia nell’Europa dei 27 Paesi. Ma anche l’Italia deve scendere in campo”. È una posizione sostenuta dal presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro, e dal vice presidente, Giuseppe Liberatore. Una denuncia ripetuta, ma che non ha trovato eco se non nelle associazioni di categoria: Governi e Ministeri parevano sordi. Sordi al grido di allarme per una liberalizzazione che, per i vini a denominazione, porterà alla sovrapproduzione, al crollo dei prezzi, alla perdita di posti di lavoro e alla rovina dei viticoltori. Ma anche al crollo del valore dei vigneti, come dimostrato ancora da WineNews nel 2010. I vignerons francesi, italiani, tedeschi, spagnoli e ungheresi sono sempre più uniti per contrastare questa deregulation. Ma non basta, serve l’appoggio dei Governi. Francia e Germania si sono mossi, tanto che il 4 aprile, a Parigi, ci sarà un appuntamento promosso dai francesi per mettere in campo strategie efficaci. Si attendono notizie dall’Italia.

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