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IL 2011 DEL VINO? POSITIVO, SOPRATTUTTO GRAZIE ALL’EXPORT. LO DICE L’IDAGINE MEDIOBANCA, TRA LE IMPRESE VINICOLE ITALIANE CON PIÙ DI 25 MILIONI DI EURO DI FATTURATO. IL PROBLEMA PIÙ SENTITO RIMANE IL RECUPERO DELLA REDDITIVITÀ

Italia
2011 positivo per i grandi player del vino italiano

Un 2011 in crescita, anche se non di molto sul 2010, che potrebbe confermare il recupero del 5% di fatturato sul 2009 messo a segno dalle prime 103 imprese vinicole del Paese, quelle che fatturano più di 25 milioni di euro all’anno, e che rappresentano il 55% della produzione italiana, con quasi tutti gli operatori che prevedono un’ulteriore crescita all’estero. Ecco il sentiment che emerge dall’“Indagine sul settore vinicolo” 2011 dell’Ufficio studi di Medio Banca (per la versione completa clicca qui), di scena oggi a Milano. Se gli 53% degli intervistati si dichiara ottimista, con crescite del fatturato superiori al 3%, il 41% esprime aspettative stabili (variazione delle vendite compresa tra zero e +3%), solo il 6% formula previsioni leggermente al ribasso (variazione delle vendite compresa tra zero e -3%). Quasi tutti d’accordo, invece, sulla crescita dell’export, che fa prevedere il segno “+” al 95% delle cantine, con le esportazioni che per i più grandi player del vino italiano, nel 2010, è già cresciuto dell’8,5% sul 2009. E, a conferma di tutti i trend registrati finora, il maggior entusiasmo si respira tra gli spumantisti: il 40% si aspetta una forte crescita del fatturato, il 60% almeno un leggero aumento. Tra le note positive, anche la conferma di una struttura patrimoniale solida, con un rapporto tra debiti finanziari e capitale netto inferiore all’unità (84,7%).
Diminuiscono, però, gli investimenti, che se nel 2010 sono cresciuti del 3% sul 2009, non colmano il -35% del 2009 sul 2006, anno del record. E, problema più evidente, non recupera neanche la redditività netta, che nel 2009 si è fermata al 2,9%, meno della metà del 2005 (6,3%), e ampiamente al di sotto delle società del settore beverage, al 9,7%. Il che, tradotto, vuol dire che il prezzo medio del vino venduto non riesce a recuperare punti, un po’ per motivi di sovrapproduzione da smaltire, un po’ perché in tanti, per mantenere quote di mercato negli anni più duri della recente crisi economica, hanno abbassato il prezzo del loro prodotto.
Ma chi sono i principali player del mercato del vino? Tre sono cooperative, Cantine Riunite & Civ, con 449 milioni di euro, seguita da Caviro, con 245,9 milioni, e Mezzacorona 144,8. Seguono poi due nomi storici dell’enologia italiana: Antinori, con 140 milioni e Fratelli Martini con 138,3 milioni di euro.

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