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GENTILE, FEMMINILE E VERSATILE: IL VINO PIACE METROSEXUAL. SEMPRE PIÚ IN DECLINO IL TIPO MACHO E PALESTRATO, NEL BICCHIERE, E NELLA VITA, VINCE LA LEGGEREZZA. IL GUSTO PREDILIGE VINI A BASSA GRADAZIONE ALCOLICA, FRUTTATI E CON SPICCATA ACIDITÀ ...

Cambiano i tempi, le identità e le definizioni. E allora, giocando con le parole, come definire il gusto dominante nel vino di oggi? E’ metrosexual, come il nuovo maschio. Dopo gli eccessi degli anni ‘80 e ‘90, quando il gusto comune prediligeva vini e uomini “muscolosi”, con il nuovo millennio si è aperta una nuova era, in cui vincono tipi light, femminili e gentili. Se è sempre più diffuso un modello di uomo che non ha paura di nascondere alcuni tratti da sempre ritenuti prerogativa del gentil sesso - la sensibilità, la cura per il proprio corpo e la propria salute, l’attenzione per la moda - tra gli amanti del buon bere si sta affermando il prototipo di un vino caratterizzato da leggerezza, bassa gradazione alcolica e spiccata acidità. E’ una delle tendenze che sarà al centro di Vinitaly, a Verona dal 7 all’11 aprile, evento di riferimento dell’enologia internazionale.

Negli ultimi anni il modello maschile predominante ha subito una profonda evoluzione. Gli uomini di oggi non temono più di mostrare il proprio lato femminile: si dedicano con piacere alla palestra, fanno la sauna, vanno dall’estetista, scelgono con estrema attenzione i propri abiti, seguono le tendenze dalla moda. Il nuovo maschio metrosexual è sensibile e gentile, lontano anni luce dalle rudezze e asperità del vecchio modello di uomo “che non deve chiedere mai”. In parallelo, anche i gusti dei consumatori sono cambiati: non si cerca più come prima il vino troppo legnoso, concentrato, importante, con gradazioni elevate. I paradigmi degli anni ’80 e ’90, quelli che hanno decretato il successo planetario dei vini “muscolari”, tutto frutto e dolcezza, assolutamente esenti da qualunque asperità gustativa, sono ormai obsoleti. Il nuovo consumatore si orienta su etichette piacevoli e non pesanti, che grazie al minore contenuto alcolico possono essere consumate con maggiore libertà, in osservanza alle leggi sempre più restrittive sul consumo di alcol.

Un cambiamento che comincia a prender piede fin dalla base dei consumatori di vino, che guardano con crescente attenzione alle etichette piacevoli, fresche e di facile beva. Sempre più si cerca il vino perfetto da degustare non solo a cena, ma anche in altre occasioni - come un light lunch o un happy hour - nelle quali è importanti alzarsi da tavola senza sentirsi troppo appesantiti dall’alcol, così da riprendere senza problemi a lavorare o guidare. Ecco allora che si preferiscono vini a bassa gradazione, che esaltino il gusto del cibo anziché coprirlo e che, allo stesso tempo, abbiano ognuno una propria identità, che li distingue nettamente l’uno dall’altro.

Questo è uno dei motivi per cui, negli ultimi anni, si è assistito alla costante ascesa delle bollicine, estremamente versatili e trasversali, perfette dall’aperitivo a tutto pasto. Anche là dove più forte è stata la tendenza a premiare (in tutti i sensi) i “vinoni”, e cioè gli Stati Uniti, le cose stiano cambiando, anche se forse i vini “muscolosi” continueranno a segnare pesantemente l’andamento delle vendite ancora per qualche tempo. Ma ormai si tratta non più dell’apice di un processo in salute, bensì dell’acuto prima dell’inevitabile declino, verso un “novum” non in senso stretto, quanto piuttosto un ritorno a privilegiare stili e vini che già esistono, retaggio di una classicità enologica capace di non abbassarsi alle mode passeggere.

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