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LA BUROCRAZIA È UNA VERA E PROPRIA MALATTIA CHE AFFLIGGE IL MONDO DEL VINO. FEDAGRI: OGNI ANNO UNA MEDIA COOPERATIVA COSTRETTA A SPENDERE 257.000 EURO IN ONERI E CONTROLLI. AL VIA PACCHETTO DI 18 PROPOSTE PER SNELLIRE IL SISTEMA

La burocrazia e i suoi alti costi rappresentano per le aziende una vera e propria “malattia” che affligge il sistema vinicolo italiano, e non solo, e che mina la competitività delle imprese, penalizzandole rispetto alla concorrenza estera. E’ il grido d’allarme lanciato oggi
a Vinitaly da Fedagri-Confcooperative (423 cantine, 141.000 soci,
5700 addetti, una produzione che supera i 20 milioni di ettolitri e un
fatturato di 2,5 miliardi di euro) che ha illustrato un’apposito
studio e presentato un pacchetto di 18 proposte per snellire il peso
della burocrazia e la enorme mole di controlli che gravano sul
settore. Per una cantina cooperativa di medie dimensioni, e’ stato
spiegato, la burocrazia equivale a un costo di 5,14 euro a quintale di
uva e 7,34 a ettolitro di vino prodotto. In particolare e’ stato
presentato il caso reale della Cantina produttori di Cormòns che, per
produrre 35.000 ettolitri di vino a denominazione, spende ogni anno
257.000 euro in costi di tipo burocratico. “Per una cantina
cooperativa di medie dimensioni - ha spiegato Luigi Soini, direttore
generale della Cantina di Cormòns - con un fatturato di 10 milioni di
euro il peso della “Buronospora” (incrocio tra burocrazia e la
malattia delle viti peronospora) arriva a rappresentare quasi il 2,6%
delle vendite, il che significa dover vendere fino a 105.000
bottiglie solo per coprire tali costi”. Secondo Antonello Ciambrello
di Fedagri, “sulla riduzione di tali costi si gioca la competitività
e la sostenibilita’ delle nostre imprese. Le numerose duplicazioni e
richieste di inutili documentazioni riscontrate nel nostro studio,
testimoniano come le cantine cooperative siano vessate da una serie di
costi che incidono in modo sostanziale sulle marginalità e sui prezzi
di vendita”. Per Ciambrello “se nel nostro Paese e’ possibile
acquistare vini di importazione a prezzi bassissimi, fino a 1,29 euro
a bottiglia, il rischio che incombe su molte delle nostre migliori
produzioni e’ quello di uscire dal mercato”. Dello stesso avviso
Adriano Orsi, a capo del settore vitivinicolo dell’associazione
cooperativa, secondo cui “i costi della burocrazia rappresentano un
vero problema. I controlli vanno fatti e sono necessari ma devono
essere razionali e non possono essere duplici, triplici o quadrupli, e
soprattutto non possono pesare solo e soltanto sulla produzione”.
Critico anche Lucio Mastroberardino, presidente Unione Italiana Vini,
che ha puntato il dito contro il sistema dei controlli che “esiste
solo in Italia e che non protegge nessuno dalle contraffazioni. Oggi
il termometro del successo di una denominazione all’estero e se viene
contraffatta. Il sistema dei controlli - ha concluso - ha senso solo
se crea valore e tutela le imprese”. A causa della burocrazia, ha
rilanciato il presidente di Fedagri Confcooperative Maurizio Gardini
“l’Italia gode di uno svantaggio competitivo rispetto ai principali
competitors stranieri. I costi della burocrazia, a causa dei controlli
e degli adempimenti richiesti, sono il doppio di Francia e Germania e
addirittura il il triplo di quelli della Spagna. Sono costi eccessivi,
in molti casi ripetitivi, e per questo chiediamo una semplificazione
senza diminuire la sicurezza aziendale e dei nostri prodotti ma sul
mercato potremmo avere un maggiore protagonismo anche se avremo costi
piu’ competitivi”. In quest’ottica Fedagri propone, tra l’altro, di
“alleggerire” il sistema prevedendo la possibilità che una
cooperativa presenti una dichiarazione di produzione unica per tutti i
propri soci, per quanto riguarda il vino prodotto e le superfici
vitate. Altro obiettivo dell’associazione e’ la previsione di una
dichiarazione unica sulla solforosa da presentare al momento
dell’imbottigliamento di un vino.

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